VOCE DEL VERBO DIS-FUNZIONALE- YELLOW IS THE ANSWER

Con la parola disfunzionale si intende ciò che non corrisponde ai propri compiti o fini. Io direi più ciò che fa male. Esistono rapporti che ci causano ferite indelebili. I momenti difficili e i periodi dolorosi ci fanno cambiare. In questa rubrica vi racconterò alcune storie di vita di chi, in qualche modo, ce l’ha fatta.

La storia di Marco

Mi sono accorta che racconto sempre di donne, parlo di donne che parlano di altre donne, un punto di vista totalmente femminile. Oggi invece ho deciso di scrivere di Marco, un tipo strano, solitario, completamente opposto a me, che Amava scegliere con cura a chi dare il suo tempo e soprattutto il suo cuore. Amava leggere, farsi grande camminate e vedere serie tv e meravigliosi film in bianco e nero anni 30, quelli che si trovano sempre più raramente nei palinsesti di una tv sempre più ricca di trash.

Marco aveva perso entrambi i genitori in un incidente aereo quando aveva appena 7 anni, per questo viveva insieme alla sua nonna materna, unica parente e punto di riferimento. Una signora ultraottantenne che gli voleva un gran bene e cercava di colmare un po’ quel vuoto con la sua estrema allegria: una nonna tutto sprint!

Aveva occhi profondi color nocciola con striature gialle, in effetti uno sguardo quasi felino, che non permetteva di essere osservato per più di 10 secondi, perché il suo scivolava via, come un pattino sul ghiaccio. Gelido e forse impaurito. Aveva una scorza al posto della pelle, metteva distanza tra lui e le persone, era difficile avvicinarlo, o per lo meno questo era il mio ricordo di Marco fino a 5 anni fa. Si vestiva sempre di giallo o aveva con sé sempre cose gialle, credo fosse una specie di amuleto, un portafortuna.

Una volta gli chiesi il perché di tutto quel giallo. E lui rispose che Yellow is the answer, iniziando ad elencare una sfilza di cose di suo gradimento color giallo: la canzone Yellow Submarine, i Minions, la Signora in Giallo, il the Lipton inglese e, ultimi ma non ultimi, i Simpson.

Credo avesse 12 anni quando mi fece questo discorso, eppure aveva già le idee molto chiare su cosa gli piaceva e cosa no. Spesso era deriso perché lo vedevano strano, un po’ fuori moda, ma lui diceva che non gli importava. Forse ci soffriva, probabilmente avrebbe voluto degli amichetti che apprezzassero i suoi gusti strambi, ma lui era così: il mondo andava da una parte e lui andava in quella opposta. A volte mi sono chiesta se lo facesse consapevolmente ma non riuscivo proprio a capirlo, ad entrare in quegli occhi e tra i suoi pensieri.

Forse il giallo era quella spensieratezza che gli mancava, era la nota di colore che da quel fatidico momento non riusciva più a vedere, ma portandola con sé era come un invito a non smettere di credere che qualcosa di bello avrebbe ancora riempito la sua vita.

Ci ha messo tanti anni a permettere a qualcuno di guardarlo negli occhi, di entrare in quel mondo, di alleviare quelle cicatrici e quella sfiducia verso il prossimo, ma in questi ultimi anni in cui l’avevo perso di vista, Marco è cambiato. Lo so perché quando ci siamo incontrati per caso mi ha abbracciato e mi ha sorriso. In tanti anni non l’aveva mai fatto. Ripensai a tutte le volte che avrei voluto scrivergli per sapere come stesse, e chiedergli se avesse ancora tonnellate di maglioni gialli negli armadi. “Mi sono fidanzato, si chiama Chiara“. “Che bello Marco!Sono felice per te

Finalmente oggi quel giallo ha un motivo di essere messo anche sulla pelle di Marco, senza paura alcuna di essere visto come “strano”, perché quell’eccentricità l’ha portato dove doveva andare: verso l’amore.

Questo racconto è scritto da Valentina Casalegno, socia di CURVY PRIDE – APS. Ringraziamo tutte le socie e i soci che dedicano parte del loro tempo alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.

Nata sotto il segno dei gemelli, Valentina ama tutto ciò che è passione allo stato puro. Le piace mettersi in gioco ed è appassionata di scrittura.
Laureata in comunicazione pubblicitaria, ha nel cassetto un libro che vorrebbe pubblicare.
Una delle sue passioni è parlare con gli sconosciuti, ascoltare le loro storie e sapere cosa li ha portati lì in quel momento.
Si definisce “Reporter di vite”, ed è proprio quello che fa attraverso il nostro Curvy Pride Blog.

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