DONNE A TUTTO TONDO: FABIANA SACCO.

Tondo rimanda a qualcosa di perfetto. Pensate solamente al cerchio di Giotto. A tutto tondo indica ciò che può essere visto, osservato e contemplato da tutti i lati e le donne, a partire dalle loro forme fino ad arrivare al loro universo più completo, ne rispecchiano in pieno il concetto. Obiettivi, speranze, sogni, delusioni e amore. Sì, perché l’amore è tondo. Non lo sapevate?

Ospite di oggi: Fabiana Sacco.

Ho avuto il piacere di conoscere personalmente la donna di cui vi voglio parlare oggi ed è stato un fulmine a ciel sereno. Gli occhi luminosi, che brillano anche dietro le lenti degli occhiali, la simpatia coinvolgente e un sorriso contagioso mi hanno conquistata da subito. Un’amica che accoglie, con la quale potersi aprire e confidare. Questa la prima sensazione che ho avuto conoscendola e che non è mai cambiata nel tempo, anzi, si è consolidata sempre più.

Fabiana è una donna che ha saputo trasformare le difficoltà della vita in opportunità e non credo sia stato sempre facile, ma di sicuro è stata supportata dalle sue doti: tenacia, determinazione, intraprendenza e, soprattutto, apertura verso il mondo.

Non voglio dilungarmi con il troppo personale, ma se voi, intanto, volete conoscere di più della vita di Fabiana potete andare a curiosare qui.

Diamo il via alle domande. Pronti?

“Essere belli”. Per te, che hai curato anche l’aspetto estetico, dunque esteriore delle donne, cosa vuol dire veramente?

Sono stata estetista per più di 25 anni. Essere belli per me significa essere in equilibrio tra come ci sentiamo dentro e come ci presentiamo al mondo. Per anni il mio lavoro è stato prendermi cura della bellezza esteriore delle donne poi, diventando una Coach, ho imparato a prendermi cura di quello che siamo dentro. Siamo fatti di tante sfumature e l’aspetto esteriore di una persona per me è importante tanto quanto quello interiore: mi piace vedere persone pulite, con le mani e i piedi in ordine, senza peli superflui e con la giusta quantità di trucco. So che oggi ci sono donne che vanno fiere dei loro peli e li portano in giro con orgoglio e va benissimo così, ma i 25 anni passati con certi standard di bellezza hanno lasciato il segno e, per me, i peli anche no! Detto questo non giudico nessuno, dico solo la mia. Son gusti.

Da estetista a coach. È veramente un cambiamento di direzione oppure si tratta dell’altra faccia dello stesso… benessere?

Quando ho intrapreso gli studi per diventare Coach ho lavorato molto su di me e su tutte le esperienze passate. Mi è stato chiesto di unirle tramite un fil rouge per capire come avrei potuto usarle nel mio nuovo ruolo. Non ho capito subito quanto il mio lavoro di estetista sia stato in realtà davvero prezioso per essere chi sono oggi, ma poi ho realizzato che le mie clienti venivano da me con dei bisogni che andavano oltre l’essere depilate o smaltate: vedersi più curate faceva bene alla loro anima. Le mie coccole, quando le massaggiavo, vibravano ben oltre la superficie della loro pelle. Erano momenti che si regalavano per stare bene con se stesse. È palese che fare l’estetista e fare la coach siano due professioni completamente diverse che richiedono competenze tecniche diverse, ma in effetti hanno a che fare con la Persona. L’importante è cercare di tirare fuori la bellezza intrinseca di ognuno e con il far sentire meglio chi si affida a me.

L’Associazione Curvy Pride ora fa parte della tua vita. Puoi dirci per quali motivi è nato questo legame e, soprattutto, di cosa ti occupi.

È stato un caso. Anche se il caso non esiste. Cercavo argomenti su IG legati alla parola CURVY e mi sono imbattuta sul profilo dell’associazione. Sono rimasta colpita dalla mission e ho pensato che questa iniziativa fosse perfettamente in linea con me, il mio lavoro e i miei valori. Ho scritto un messaggio per sapere se e come poterne fare parte e da lì è cominciato tutto. Ho messo a disposizione tutte le mie competenze di coach, di esperta di social e creazione di contenuti. Oggi mi occupo del blog, controllo gli articoli che arrivano, li sistemo, li pubblico e li condivido sui social.  Aggiorno periodicamente il sito, gestisco il calendario eventi e scrivo la newsletter mensile. Ogni mese conduco una riunione su Zoom dedicata alla crescita personale, all’autostima e all’amore per se stessi. Creo grafiche e molto altro. Insomma, è un lavoro impegnativo ma la mia soddisfazione personale è ripagata dalla grande stima che le persone che mi conoscono, anche in queste occasioni, nutrono per me. Grazie a tutto questo lavoro ho imparato una miriade di nuove competenze e il mio curriculum si è arricchito di decine di skills professionali. Meraviglioso!

Hai partecipato alle trasmissioni televisione “I SOLITI IGNOTI” e “ESTATE IN DIRETTA”. Che tipo di esperienza è stata e come ti è venuta l’idea?

Per i SOLITI IGNOTI sono stata contattata attraverso l’Associazione. È stata una bellissima esperienza portare in televisione il mio lavoro di CURVY COACH, un lavoro che ho creato direttamente sulla mia pelle e che rispecchia in toto chi sono e quello che amo fare: aiutare le persone, in particolare le donne, a ri-trovare l’autostima e vedere quanto valgono, al di là dell’aspetto fisico, per riuscire a vivere finalmente le loro esistenze da protagoniste. Per ESTATE IN DIRETTA, invece, sono stata contattata direttamente dalla RAI. Mi avevano vista in quella puntata con Amadeus e gli sono piaciuta. Questo è stato uno dei momenti top del 2022, dalla redazione mi hanno fatto un sacco di complimenti per come mi sono posta e per ciò che ho trasmesso. Davvero emozionante!

Le donne, non solo le curvy, ma oserei dire tutte le minoranze, sono da sempre bersaglio di commenti inopportuni. Bullismo e body shaming sono solo alcuni aspetti. Pensi che l’essere consapevoli dei propri limiti e possibilità possa aiutare a contrastare il fenomeno? Eventualmente come?

Premesso che vorrei un mondo in cui nessuno debba più sentirsi in dovere di dare spiegazioni agli altri per come è fatto, sono certa, e lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, che essere sicuri di sé, vivendo in piena consapevolezza il proprio valore e di quanto di bello e buono possiamo dare al mondo, sia l’unica strada per farsi scivolare addosso qualsiasi critica. Lo dimostra il fatto che io, pur essendo una taglia xxl, ho realizzato nel mio piccolo cose che mai avrei immaginato. Non è come siamo fatti che ci può impedire di vivere al meglio, sono i limiti mentali che ci imponiamo le vere catene. Guardiamo per esempio la grande Oprah Winfrey: se avesse lasciato perdere la carriera perché sovrappeso non sarebbe diventata la potenza che è oggi!

Hai altri progetti in cantiere? Si possono dire?

Tanti! Sogno di avere una mia trasmissione televisiva o radiofonica e di organizzare conferenze sull’autostima, per trasmettere a tutti coloro che vorranno partecipare quanto sia fondamentale puntare su di noi e sulle nostre unicità. Se l’ho fatto io, lo possono fare tutti. Con una buona guida, una giusta ispirazione e con tanta voglia di stare bene si realizzano cose incredibili!

Hai un messaggio a cui tieni particolarmente che ci vuoi donare?

Che è necessario trovare la forza e la consapevolezza dentro di noi. Smettiamo di delegare la nostra felicità ad altri: non è il loro giudizio che conta, ma il nostro. Diventiamo le persone che sogniamo di essere e tutto accadrà. C’è una frase che mi piace e che ripeto sempre ai miei corsi: invece di pensare: quando avrò successo sarò felice, comincia a pensare: quando sarò felice avrò successo!

Ringrazio moltissimo Fabiana per i suoi consigli, la disponibilità nel rispondere alle mie domande e alla simpatia che, non avevo dubbi, traspare anche dalle sue risposte. Ve l’avevo detto che era simpatica, no? Questa intervista, come tutte le altre che ho avuto piacere di fare, mi ha fornito numerosi spunti per nuovi argomenti da approfondire in seguito: quanto può aiutare un supporto efficace e professionale, quanto questo può essere utile per accrescere la propria autostima e quanto può essere importante il saper ritrovare il vero io interiore. Superare i limiti che spesso imponiamo a noi stessi, e che diventano vere e proprie barriere: età, colore e forma, è un programma niente male da intraprendere e che mi interessa molto, anche a livello personale. Spero di poter avere ancora ospite Fabiana nella mia rubrica.

Se volete, potete contattare Fabiana Sacco sulla sua pagina Facebook , sul suo profilo Instagram e, se avete bisogno di consigli personali, potete scriverle a questo indirizzo mail.

Inoltre, se non siete ancora soddisfatti e oltremodo curiosi… andate a sbirciare Pillole di autostima, su Tik tok.

FINE.

La vera libertà è essere quelle che siamo. Sempre.

Per essere la protagonista del prossimo articolo SCRIVIMI QUI

Sono nata nel 1968 – contate in silenzio – a Roma.
Mi muovo esclusivamente con i mezzi pubblici perché non guido e non potrei mai vivere senza Trastevere, il Colosseo, le stupende fontane della Capitale e i fastidiosi sampietrini.
Da che ho memoria ho riempito di scarabocchi tutto ciò che ho avuto la fortuna, o la sfortuna fate un po’ voi, di avere a portata di mano: dal muro di casa dietro il divano del soggiorno (avevo quattro anni), a ritagli di carta, quaderni e diari. Da allora è stato un susseguirsi di poesie, racconti, romanzi e favole per bambini, il tutto condito da premi, pubblicazioni e gratificazioni varie.
Golosa di dolci e di emozioni. Amante di viaggi e fotografie. Adoro Vasco e i Queen… sì, lo so che sono agli antipodi, ma così è!
Se vuoi contattarmi in privato, scrivimi qui: cristiana.ian@libero.it

DONNE A TUTTO TONDO. IL BRUCO E LA FARFALLA

Tondo rimanda a qualcosa di perfetto. Pensate solamente al cerchio di Giotto. A tutto tondo indica ciò che può essere visto, osservato e contemplato da tutti i lati e le donne, a partire dalle loro forme fino ad arrivare al loro universo più completo, ne rispecchiano in pieno il concetto. Obiettivi, speranze, sogni, delusioni e amore. Sì, perché l’amore è tondo. Non lo sapevate?

Ci vuole un cambiamento

Questa personale riflessione parte da una frase stampata sulla stola di un meraviglioso abito, che abbiamo visto tutti.

Se siete curiosi, qui troverete dove è nata la famosa frase. In ogni caso, se fosse stato per me l’avrei messa anche sul davanti, però avrei scritto: Sentiti libera.

Sembra sempre che le donne non debbano fare altro che abbattere paletti! Troppo spesso piantati da loro stesse, è vero, come se dovessero rincorrere un masochistico autosabotaggio. Sembrano voler dire: Se mai la vita fosse troppo facile… che ne pensate di inserire un imprevisto? Le probabilità sono talmente tante che non vengono prese nemmeno più in considerazione. Niente di più sbagliato.

Noi stesse ci siamo strizzate, represse, mortificate in corpetti fin troppo stretti che non ci fanno respirare. In ordine sparso e non per importanza: il matrimonio, il non matrimonio, la convivenza, la non convivenza, la casa, le pulizie, la spesa, i figli, l’accudimento, il lavoro, i nipoti, lo studio, l’amore, l’amicizia, le vendette, i rancori, le delusioni, le passioni, la dieta, gli hobbies, la palestra, il peso, i capelli, il trucco, le rughe… Oh cavolo! Volete vedere che ci manca solo il coraggio per ri-prenderci il nostro tempo? Quello più importante, quello che occorre per liberarci, finalmente e una volta per tutte, di tutti questi fardelli.

A quando il lancio dei tacchi e il tuffo sul divano con un libro?

Già vi sento: ma come faccio? ma che dici? Vi confido un segreto: il mondo andrà avanti lo stesso anche se voi vi fermate. Dai, davvero?! La Terra seguirà la sua rotazione, le stagioni si alterneranno, strampalate, ma lo faranno, anche senza che voi abbiate preso l’ennesimo straccio per rimuovere la polvere. Noo! Come è possibile?!

Il mondo in se stesso non ha difetti, siamo noi che ce li creiamo.

Il sogno di ricchezza, la competizione per essere sempre ai primi posti, il desiderio di avere quanti più followers possibili. Ma poi, tutta ‘sta gente che vi segue non vi mette un po’ d’ansia? A me sì!

Direi che forse è giunto il momento di cambiare dimensione e direzione, abbiamo bisogno di un po’ di tranquillità in più. Ci vuole un cambiamento. Non è facile, ma è opportuno perché senza cambiamenti si ristagna! E voi lo sapete che la stasi fa male a tutto, cellulite compresa.

Basterebbe provare a non fossilizzarsi solo sul conosciuto, ma esplorare. Con curiosità. Cambiare semplicemente il punto di vista e certe volte serve proprio poco per dare una svolta alla propria vita senza insistere sulle stesse cose – abitudini, persone – ma cambiando strategia di attacco.

Come? Con consapevolezza, motivazione, superamento delle resistenze.

Valutare con calma la situazione per distinguere ciò che va opportunatamente cambiato, che poi sarebbe quello che non ci fa più stare bene, da ciò che occorre accettare così come è – magari cambiando il nostro atteggiamento in relazione al fatto specifico. La chiave di s-volta siamo sempre noi.

Esempio sciocco. Tanti vanno in palestra per sentirsi fighi – sì, una gran parte delle persone lo fa per questo, solo per farsi vedere. A me non va. Non mi piace per niente. Allora cerco di camminare un po’ di più, faccio una piccola cosa per me stessa e mi sento meglio. Ho raggiunto un compromesso. Un piccolo contributo all’accettazione del sé.

Non facciamoci sempre trasportare da ciò che vogliono gli altri, da cosa fanno, da cosa vorrebbero che facessimo noi. Anche le scritte, quando usate solo come slogan, lasciamole perdere. Non contano. Non sono importanti, non quanto noi stessi. Oh per favore! Qui ci starebbe proprio bene la famosa frase del Marchese del Grillo!

Perdonatemi, ma è solo per dire che la parte importante dell’equazione siamo proprio noi e che abbiamo tutti gli strumenti per farlo, per abbattere quei paletti che ci siamo costruiti per rimanere ancorati nella comfort zone, per sentirci sicuri anche se oppressi. DRIIN! SVEGLIA!

Insomma, noi abbiamo desideri, voglie, sogni, aspettative, progetti. Sono nostri e non degli altri. Viviamoli.

Per seguire la strada del voglio fare serve una motivazione, occorre vincere qualche resistenza, io ci sto lavorando. Perdere qualche valore acquisito non vuol dire perdere l’identità fino a questo momento raggiunta. Potrò solo essere migliore. Il cambiamento porta questo.

Foto di Miriam Fischer da Pexels

Facciamo come il bruco e la farfalla… una volta acquisita la nuova conoscenza, prendiamo il volo. Anche da soli se occorre. Il cielo è grande e, se ci dovessimo sentire soli, incontreremo certamente qualcuno come noi per continuare i nostri viaggi avventurosi.

Vi anticipo che il prossimo mese, prendendo proprio spunto da questo articolo, ci sarà una sorpresa. Per voi… così come lo è stata per me.

La vera libertà è essere quelle che siamo. Sempre.

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Sono nata nel 1968 – contate in silenzio – a Roma.
Mi muovo esclusivamente con i mezzi pubblici perché non guido e non potrei mai vivere senza Trastevere, il Colosseo, le stupende fontane della Capitale e i fastidiosi sampietrini.
Da che ho memoria ho riempito di scarabocchi tutto ciò che ho avuto la fortuna, o la sfortuna fate un po’ voi, di avere a portata di mano: dal muro di casa dietro il divano del soggiorno (avevo quattro anni), a ritagli di carta, quaderni e diari. Da allora è stato un susseguirsi di poesie, racconti, romanzi e favole per bambini, il tutto condito da premi, pubblicazioni e gratificazioni varie.
Golosa di dolci e di emozioni. Amante di viaggi e fotografie. Adoro Vasco e i Queen… sì, lo so che sono agli antipodi, ma così è!
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DONNE A TUTTO TONDO. IL DOPO SAN VALENTINO E LA RICERCA DELL’AMORE.

Tondo rimanda a qualcosa di perfetto. Pensate solamente al cerchio di Giotto. A tutto tondo indica ciò che può essere visto, osservato e contemplato da tutti i lati e le donne, a partire dalle loro forme fino ad arrivare al loro universo più completo, ne rispecchiano in pieno il concetto. Obiettivi, speranze, sogni, delusioni e amore. Sì, perché l’amore è tondo. Non lo sapevate?

Un pizzico di storia

Lo so, il giorno di San Valentino è passato ma io, non contenta di baci e cuori e bigliettini, lo voglio prendere come spunto per il mio nuovo articolo.

Nell’antichità erano in voga dei riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco. Vi partecipavano sia le donne già in attesa, per benedire e dare speranza alla buona riuscita della gravidanza, che le donne desiderose di maternità, le quali decidevano di ingraziarsi il dio tramite la partecipazione attiva alla festa che consisteva nel farsi colpire allegramente da colpi, spero innocui, di verga. Ogni riferimento non è casuale. 🙂

fonte: web

Nel 496 d.C. il papa Gelasio annullò questa festa pagana per sostituirla con quella di San Valentino, il vescovo martirizzato dall’Imperatore Claudio II perché si era ostinato a sfidare la sorte unendo in matrimonio giovani coppie innamorate. Le stesse alle quali, però, lo stesso imperatore aveva negato il consenso a causa, spesso, delle differenze sociali.

Non voglio discernere su sacro e profano, ma credo che un evento, seppur basato su di un rito pagano e tralasciando la verga, atto a propiziare la fecondità abbia un che di buon auspicio. Non vi pare? Creare, invece, una festività al solo fine di escludere le feste pagane, per poi basarla sul martirio di un uomo che, seppur a fin di bene univa le coppie in matrimonio, mi mette un po’ d’ansia. A voi, no? Perché – e qui la domanda sorge spontanea – tutto quello che si basa sull’amore e sulla felicità pare che come sottotraccia debba contenere la sofferenza?

Questo aforisma di Anatole France, premio Nobel per la Letteratura nel 1921, la dice lunga. Se sia una risposta adeguata non saprei dirlo con precisione, ma potrebbe essere una delle tante.

Da quando le religioni hanno arpionato l’amore, quello fisico e passionale intendo, ogni cosa è diventata un tabù: il corpo, le sensazioni, il desiderio. Tutto si concentra nella privazione e nel sacrificio. Ma quando si ama lo si fa con tutto il corpo e, soprattutto, lo si fa con allegria e spensieratezza. Amore è gioia. E questo vale tanto per l’amore fisico quanto per quello spirituale.

Sembra che Paul Valéry, scrittore francese, abbia coniato l’aforisma qui sopra e mi trova molto d’accordo. Tutto sta in come consideriamo quel cretini, e cioè essere naturali e spontanei. Così dovrebbe essere l’amore.

Da un po’ di giorni sto seguendo, per puro spirito critico e tra un sonnellino post-prandiano e l’altro, una soap turca. Intrighi e drammi sono alla base di questa storia che si svolge negli anni ’70 in un paesino della Turchia. Attori belli, con lo sguardo profondo e carismatico, alla Omar Sharif per intenderci, le nonne e le mamme di una certa età mi capiranno.

Pare che, non lo dico io ma le statistiche, intrighi, ricatti e lo svolgimento di un amore epico riescano a tenere avvinte non so quante persone. Milioni. Non so quante di loro abbiano deciso di mettersi davanti alla televisione come me, solo per notizia di cronaca e per facilitare un sonnellino. Perché tutto questo successo? Perché c’è bisogno di parlare d’amore solo se dietro c’è sofferenza. E quale sofferenza, poi! Nel caso specifico, continuo a chiedermi, perché piace così tanto una soap che mostra donne sottomesse, a volte furbe ma pur sempre sottomesse, e uomini crudeli e assassini? Veramente c’è bisogno di questo per tenere viva la passione? Eppure c’è chi trova del testosterone in un uomo che ricatta la moglie togliendole il figlio, così, solo per dimostrare il proprio potere. E chi, addirittura, si strugge per lui quando piange – appena due lacrimucce appese – perché il suo è un amore non corrisposto. Lo trovo anche un po’ pericoloso, ma questa è una mia opinione personale e, quindi, prendetela con le dovute pinze.

Io non ho risposte. Mi faccio solo tante domande che non hanno nulla a che vedere con la soap in se stessa, prodotto creato ad hoc, ma per chi si riconosce in certo stereotipi. Purtroppo.

Se amore è gioia, allora si può raccontare anche una storia divertente. Guardare il film “Harry ti presento Sally”, tanto per citarne uno, non vi ha divertito?

Sì, un pizzico di ansia/tormento lo capisco, ma un pizzico! Probabilmente non ne uscirebbe fuori una soap vincente per enne stagioni, e capisco pure che il marketing si potrebbe sentire attaccato, ma almeno non ci si ritroverebbe avviluppati sempre in quel sentimento di angoscia e depressione e acredine che pare debba essere alla base di tutti gli amori belli. Non è così!

Se poi tante persone si riconoscono in situazioni, frasi ed emozioni scaturite da questa, e altre, soap… io, da osservatrice, capisco solo una cosa: che siamo messi male. Che manca del tutto una coscienza critica che faccia gridare macherobaèquesta? Non è forse meglio un documentario sugli animali? Anche lì c’è avventura, ci sono agguati e atrocità varie, ma tutto è regolato da Madre Natura e non dal senso di possesso attribuito dai secoli all’uomo, inteso proprio come essere maschile.

Io non ci sto!

Attenzione che qui c’è lo spoiler.

Vi dico che, non leggete oltre se non volete sapere, quella soap finisce male e, se ci pensate, non potrebbe essere altrimenti visti i presupposti.

Il finale vissero per sempre felici e contenti lo ritroviamo solo nelle favole che abbiamo letto durante l’infanzia e la prima adolescenza e che, porcaccia miseria, ha fatto un sacco di danni.

Se volete sapere quali… ve lo racconterò in un altro articolo.

Viva l’amore e la possibilità di viverlo in piena gioia e un po’ come ci pare. Senza troppe lacrime e, soprattutto, vietati i ricatti e le dimostrazioni di potere. L’amore è dare e non avere. Offrire e non pretendere. Che sia S. Valentino a professarlo o il dio Luperco a dimostrarlo… a modo suo, ognuno ha il diritto di trovare la propria strada. Qualunque sia. Con chi sia.

Così sia.

La vera libertà è essere quelle che siamo. Sempre.

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Sono nata nel 1968 – contate in silenzio – a Roma.
Mi muovo esclusivamente con i mezzi pubblici perché non guido e non potrei mai vivere senza Trastevere, il Colosseo, le stupende fontane della Capitale e i fastidiosi sampietrini.
Da che ho memoria ho riempito di scarabocchi tutto ciò che ho avuto la fortuna, o la sfortuna fate un po’ voi, di avere a portata di mano: dal muro di casa dietro il divano del soggiorno (avevo quattro anni), a ritagli di carta, quaderni e diari. Da allora è stato un susseguirsi di poesie, racconti, romanzi e favole per bambini, il tutto condito da premi, pubblicazioni e gratificazioni varie.
Golosa di dolci e di emozioni. Amante di viaggi e fotografie. Adoro Vasco e i Queen… sì, lo so che sono agli antipodi, ma così è!
Se vuoi contattarmi in privato, scrivimi qui: cristiana.ian@libero.it

DONNE A TUTTO TONDO: MARTINA GIRALDI

Tondo rimanda a qualcosa di perfetto. Pensate solamente al cerchio di Giotto. A tutto tondo indica ciò che può essere visto, osservato e contemplato da tutti i lati e le donne, a partire dalle loro forme fino ad arrivare al loro universo più completo, ne rispecchiano in pieno il concetto. Obiettivi, speranze, sogni, delusioni e amore. Sì, perché l’amore è tondo. Non lo sapevate?

Ospite di oggi: Martina Giraldi

Ho avuto il piacere di conoscere personalmente la prossima ospite e sono felice di poterla presentare anche a voi: Martina Giraldi.

Miss Top Curvy Universe 2022 – foto di Andrea Laureani

Solare e dispensatrice di sorrisi, si definisce persona multipotenziale e senza il dono della sintesi. Questa descrizione mi ha fatto sorridere perché potremmo essere anime affini senza mai averlo saputo prima.

Martina è una bellissima donna di 41 anni, entrata nel mondo curvy da appena cinque. Sottolineo appena perché dai successi ottenuti, dai percorsi intrapresi e dagli obiettivi raggiunti si potrebbe benissimo affermare che lavori da molto più tempo. Evidentemente tenacia e determinazione sono doti che le sono venute in aiuto.

Come sei entrata nel mondo della moda curvy?

È successo per caso. Quando ero ragazza la moda curvy non esisteva, tantomeno l’idea di inclusività e di bodypositivity. Leggendo un giornale sono venuta a conoscenza della Body Positive Catwalk di Laura Brioschi, mi sono subito iscritta per partecipare e per dare un messaggio contro il bodyshaming.
In seguito, la stessa associazione Body Positive Catwalk Ets mi ha segnalato un concorso di bellezza Curvy chiedendomi se avessi voglia di partecipare e ho subito accettato perché non avevo mai avuto l’occasione di farlo. In Veneto, dove vivo, ci sono moltissimi concorsi di bellezza ma nemmeno uno per donne curvy.
Ho partecipato per gioco e inaspettatamente… ho vinto!

2019 – vincitrice del concorso Miss Curvy Angel – qui con Laura Brioschi

Da quel giorno ho iniziato timidamente a postare qualcosa sui social, io, che fino a quel momento non avevo mai pubblicato una mia foto in costume! Sono iniziati i primi shooting, sfilate e concorsi verso cui sono stata estremamente grata e dai quali ho cercato di imparare il più possibile.
Dopo un periodo di gavetta sono stata contattata da negozi, brand ed eventi come modella curvy. Ho scattato con tantissimi fotografi, partecipato alla MFW 2021, alla Mostra del Cinema di Venezia 2020-2021, a I soliti Ignoti – grazie a un contatto di Curvy Pride-, Go Curvy! e Vorrei dirti che… su Rai2. Ho raccontato la mia storia nel libro Mi racconto per te di Curvy Pride, edito da Giraldi Editore. Nel mio racconto spiego come da persona insicura mi sono trasformata nella Martina che vedete oggi, grazie alla filosofia bodypositive e ad anni di lavoro su me stessa.
L’estate scorsa ho vinto il titolo di Miss Top Curvy Universe 2022! Anche stavolta non me lo aspettavo ed è stata un’emozione pazzesca.

Miss Top Curvy Universe 2022 – foto di Andrea Laureani

Nella vita di tutti i giorni lavoro come impiegata, sono mamma e appassionata di alimentazione naturale. Ho recentemente conseguito il diploma di Natural Juice Therapist nell’ambito dell’alimentazione naturale e del benessere.

Puoi raccontare come riesci a conciliare la moda, che ti sta dando molte soddisfazioni, con il tuo lavoro?

Sono sincera: con molte difficoltà. Avrei bisogno di giornate di 48 ore per conciliare tutto, e del teletrasporto per spostarmi nelle varie location.
Ma siccome sono umana, mamma e fidanzata, impiegata e modella curvy, uso il vecchio metodo: dare un colpo al cerchio e uno alla botte, concedendo il primo posto a famiglia e lavoro. La moda diventa una priorità quando vi sono di mezzo degli eventi importanti, con un messaggio sociale, o quando vengo retribuita. In passato ho fatto da modella e fotomodella gratuitamente per fare gavetta e ritengo che questo passo sia indispensabile. Ci sono molte ragazze che si definiscono modelle già dopo il primo selfie scattato in bagno e pubblicato sui social.
Un consiglio a tutte quelle persone che stanno leggendo: non fatevi abbagliare dalle superdonne sui social. Non pensate di essere meno di loro. Sulle piattaforme si pubblicano i successi, più che le sconfitte e le debolezze. Molte superdonne hanno la fortuna di poter delegare dei compiti, altrimenti non ce la farebbero. Ringrazio ogni giorno mia mamma e il mio ragazzo che mi permettono di avere il tempo da dedicare alla mia passione della moda!

Secondo te, quanto si ha paura di apparire inadeguati in una società che predica “il bello” a tutti i costi?

TROPPO. Viviamo in una società di contraddizioni: da un lato la filosofia bodypositive, il bisogno di farsi accettare a tutti i costi dalla società – anche ostentando e cercando la provocazione -, dall’altro media e social media ci mostrano ideali di bellezza irraggiungibili.
Dagli anni ’80 al 2000 ci hanno propinato la top model di turno innalzandola a modello da perseguire, ben sapendo che di donne con quelle caratteristiche fisiche naturali ne esistevano – ed esistono – forse una su un milione, e tutte le altre cercavano di emularle con moda e trucco. Oggi le giovani modelle che vediamo, sia slim che curvy, sono spesso già completamente rifatte, con visi stravolti dai ritocchini – e se le guardiamo bene sono tutte uguali -, spesso con seno e sedere rimodellati per renderli più tondi. Chissà, fra 20 anni forse andrà di moda un altro fisico e tutti correremo dietro a questo nuovo ideale irraggiungibile. Per la gioia dei chirurghi estetici.
L’ultima novità sono le foto A.I., applicazioni che trasformano la foto in un avatar stile cartoon futuristico o manga. Sarebbe anche un’idea carina, se non fosse che poi le ragazzine si recano dal chirurgo con quella foto e vogliono rifarsi secondo quel modello. Siamo così belli perché siamo diversi, unici! Va bene migliorarsi e valorizzarsi, ma senza stravolgere i propri connotati.

Foto di Piero Beghi

Vedo molte persone che urlano ai 4 venti “io mi piaccio così! E voi tutti mi dovete accettare!” quando sono palesi gli interventi di modifica di viso e corpo a cui si sono sottoposti. Sarò all’antica, ma dal mio punto di vista la chirurgia è un metodo invasivo che va ad intaccare il corpo, con possibili complicazioni, e andrebbe utilizzata solo in casi gravi. Bello a tutti i costi. Ricordate che i costi sono quelli relativi al chirurgo e agli specialisti della bellezza. Non fatevi ingannare. Tutto quello che vediamo è mirato a farci sentire inadeguate e a ritenere di avere bisogno del famoso ritocchino.
Ricordo il viso di mia nonna solcato da tantissime rughe, per l’età e il lavoro nei campi: era una donna bellissima senza alcun ritocco.

Nella nostra società, che si tratti di moda o spettacolo o altro, non solo le donne curvy sono da sempre bersaglio di commenti negativi. Bullismo e body shaming, esistono anche a scuola. Questo è un argomento che ti sta a cuore, ce ne vuoi parlare?

Innanzitutto vorrei dire che le curvy sono bersaglio di commenti negativi per ignoranza, ma anche perché stiamo dando un messaggio sbagliato di curvy.
Prima le curvy erano solo le ciccione da prendere in giro. Ora moltissime curvy svendono il loro corpo e la loro immagine per una manciata di like. Siamo passati da un estremo a un altro. Dalla macchietta da deridere alla donna da usare e basta. In entrambi i casi, la donna curvy non viene vista come essere umano ma come mero corpo. Ho subito bodyshaming a scuola e la cosa peggiore è stata che ero così ferita psicologicamente da non voler continuare gli studi, ho finito il liceo ma non sono andata all’università. Le prese in giro, che sembravano cose da poco, mi hanno fatta cadere nei disturbi alimentari (bulimia, BED e dismorfia). Il bullismo ed il bodyshaming non vanno presi sotto gamba. Pochi giorni fa mio figlio, che frequenta le elementari, si è sfogato piangendo con me: un bambino mi ha detto che sono il più grasso della classe e mi ha deriso.
Ne ho parlato più volte alle maestre ma sono rimasta inascoltata. Hanno preso questi episodi sotto gamba e invece lasciano ferite profonde in bambini e ragazzi. La scuola italiana dovrebbe attuare dei programmi contro queste discriminazioni.
Pochi giorni fa ho letto un bellissimo articolo su Lara Lago – giornalista ed attivista bodypositive – che ha parlato a 400 studenti sul palco di un teatro di Legnago (VR) sul tema del bullismo. Mi sono commossa, perché il primo esempio che ha riportato è stato quello di un ragazzino che veniva preso in giro perché aveva un solo genitore. Io sono separata e anche mio figlio è stato preso di mira a scuola. Sono cose talmente cattive che mi fa male solo pensarci. I ragazzini assorbono tutto e se arrivano a bullizzare un compagno significa che a casa i genitori creano pregiudizi.

Stemperiamo questo momento, che avrebbe bisogno di un approfondimento maggiore, passando ad altro. So che sei particolarmente informata sulla moda curvy in Italia e all’estero. Ci sono diversità molto evidenti?

La diversità più evidente è che in Italia si parla di donne curvy come donne sensuali mentre all’estero si parla di donne curvy come… DONNE punto e basta!
Di sicuro anche l’estero non è immune a episodi di discriminazione verso le persone formose, ma in molti Paesi si tratta semplicemente di un’altra taglia o forma del corpo, senza accezioni negative. La donna curvy non è vista come un fetish o come una categoria di Youporn (si può dire youporn?). Diversi amici uomini mi hanno spiegato che l’hashtag #curvy viene ricercato non per motivi di moda, bellezza o inclusione, bensì perché rimanda alle sexy star della categoria curvy sui siti per adulti. In pratica, in Italia noi donne curvy cantiamo vittoria e invece siamo solo un feticcio per molti. C’è ancora tanta strada da fare. In primis, noi stesse dobbiamo imparare a valorizzarci, distinguendo cosa è elegante e sexy da ciò che è volgare e pretendendo che la nostra immagine venga usata in modo appropriato. A chi mi dice che un culo è un culo (si può dire culo?) rispondo che non è così.

Foto Piero Beghi

Il corpo umano è un’opera d’arte e può essere raffigurato come arte attraverso la fotografia, come è stato per millenni nei dipinti, affreschi e sculture. Un’altra diversità evidente nella moda curvy estera è che in Italia vengono impiegate quasi solo modelle giovanissime e alte – molte arrivano a malapena alla taglia 48, poche plus size -mentre all’estero si fa riferimento a modelle curvy e plus size di tutte le età, forme del corpo, colori, altezze. Sì, anche in passerella, a discapito di quanto affermato qui che per sfilare in passerella devi essere alta almeno 1,78.
Hanno inventato i tacchi. Chi è alta 1,50 vuol vedere in passerella una donna vicina alla sua altezza per capire come le potrebbe stare quel capo, allo stesso modo c’è chi desidera vedere donne della sua stessa età e taglia sia sfilare che sulle riviste di moda. All’estero lo hanno capito! Qui speriamo lo capiscano presto.
In tutto questo è necessaria la professionalità. Mi spiego meglio: in Italia se sei giovane, alta, magra, OK sei una modella e via. All’estero le qualità più importanti per una modella sono le seguenti: fotogenicità ed esperienza nella posa per le fotomodelle, portamento, eleganza, grinta, esperienza nella sfilata per le modelle.
Avete mai visto come sfila Ella Halikas in passerella indossando un bikini? Ecco, a questo dobbiamo arrivare. Un consiglio alle aspiranti modelle: andate a guardare e studiare le modelle curvy estere, non solo quelle italiane, aprite la mente, fate esperienza nella posa e nella camminata. L’Italia è uno dei Paesi della Moda, facciamo vedere che noi modelle curvy e plus size non siamo seconde, ma pari, alle modelle slim.

Ti faccio un’ultima domanda, un po’ provocatoria. Molte persone si chiedono come faccia una donna curvy a essere in salute. Spesso le curvy sono viste come malate. Quanto c’è di falso e quanto è importante, invece, la consapevolezza nel mostrarsi?

Questa domanda non è per nulla provocatoria, anzi la risposta è semplicissima.
Oggi sono in salute grazie al fatto di essere curvy. Quando ero adolescente, tutte le mie amiche magre mangiavano junk-food perché non ingrassavano, oppure seguivano una dieta basandosi esclusivamente sulla riduzione calorica – nei peggiori casi, diventando anoressiche o bulimiche-. Quando ero magra in realtà non ero per nulla sana perché alternavo fasi di drastica riduzione calorica – niente sport, perché mi sentivo esausta -, a crisi bulimiche. Per fortuna amo mangiare e così invece di negarmi il piacere del cibo sono andata da un bravo nutrizionista. Da qui è nata la mia passione per la sana e varia alimentazione e negli ultimi 20 anni ho letto centinaia di libri sull’argomento, alcuni mai tradotti in italiano, così li ho letti in inglese o tedesco. Ho di recente conseguito il diploma di Natural Juice Therapist, prima e finora unica in Italia, e voglio continuare a studiare e specializzarmi in questa direzione.

Foto di Neil Adams

Se non fossi stata curvy avrei continuato a mangiare cibo spazzatura, ad essere bulimica così il mio corpo sarebbe rimasto magro e le persone mi avrebbero percepita come in salute. Oggi sono curvy e in salute. Voglio trasmettere a tutti questo messaggio: la salute non dipende dalla nostra taglia, ma dal nostro stile di vita! Una persona che segue uno stile di vita sano, nutrendosi adeguatamente, con una buona attività fisica, sonno regolare e gestione dello stress, è una persona sana al di là della sua taglia. Le persone dovrebbero smettere di giudicare gli altri solo basandosi sul loro aspetto fisico, tirando in ballo la salute che è esclusiva competenza di un medico.

Hai un messaggio a cui tieni particolarmente che ci vuoi donare?

Amati! Se non riesci ad amarti da sola, cerca delle persone che ti aiutino ad accettarti e amarti nella tua cerchia di amicizie o in famiglia. E, se non ci sono, chiedi aiuto a un terapeuta/psicologo o a uno specialista. Importantissimo: imparare ad accettarsi e amarsi. Queste sono le fondamenta sulle quali potrai costruire la tua vita e far sì che i tuoi sogni si realizzino.

FINE

Se volete, potete contattare Martina Giraldi ai seguenti indirizzi: Facebook; Instagram

Ringrazio moltissimo Martina per la sincerità e la disponibilità avute nel rispondere alle mie domande. Questa chiacchierata mi ha fornito numerosi spunti per nuovi argomenti da approfondire in seguito: come il bullismo subito da ragazzi; quanto può aiutare il supporto psicologico; quanto può essere utile il dialogo in famiglia per accrescere la propria autostima e, quindi, essere di supporto per combattere quel disagio che gli altri vogliono provocare in chi ritengono più debole. Quanto può essere importante il trovare veri amori e sincere amicizie. Inoltre, la moda curvy che supera le barriere di età, colore e forma mi interessa molto, anche a livello personale. Spero di poter avere ancora ospite Martina nella mia rubrica.

La vera libertà è essere quelle che siamo. Sempre.

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Sono nata nel 1968 – contate in silenzio – a Roma.
Mi muovo esclusivamente con i mezzi pubblici perché non guido e non potrei mai vivere senza Trastevere, il Colosseo, le stupende fontane della Capitale e i fastidiosi sampietrini.
Da che ho memoria ho riempito di scarabocchi tutto ciò che ho avuto la fortuna, o la sfortuna fate un po’ voi, di avere a portata di mano: dal muro di casa dietro il divano del soggiorno (avevo quattro anni), a ritagli di carta, quaderni e diari. Da allora è stato un susseguirsi di poesie, racconti, romanzi e favole per bambini, il tutto condito da premi, pubblicazioni e gratificazioni varie.
Golosa di dolci e di emozioni. Amante di viaggi e fotografie. Adoro Vasco e i Queen… sì, lo so che sono agli antipodi, ma così è!
Se vuoi contattarmi in privato, scrivimi qui: cristiana.ian@libero.it

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