Riceviamo e pubblichiamo con piacere questo articolo scritto da una nostra lettrice. “Sono Marina, abito ai Castelli Romani e ho la passione per la pittura. Ho scritto questo racconto per il Curvy Pride Blog per parlare di ricordi.”
Passano i giorni, i mesi, gli anni. La valigia è sempre più piena. I ricordi hanno peso, volume, occupano spazio. A volte ti ci metti a rovistare dentro e trovi emozioni che credevi di aver perso: questa è quella giornata al mare! Guarda un po’ il mio primo giorno di lavoro dove si era nascosto, Oddio, ma c’è anche la paura e la curiosità della prima ecografia al mio terzo mese di gravidanza! E questa? Ma sì, questa è l’emozione di quando Davide è stato promosso all’esame di guida!
Quando i nostri figli crescono ci sembra quasi un miracolo, gli abbiamo incerottato le ginocchia sbucciate, soffiato i nasini colanti, gattonato con loro, appeso palline colorate su un albero di Natale sintetico, frenato a muso duro i loro capricci, accolti in abbracci calorosi quando tornavano sconfitti nelle loro battaglie. Vittorie o sconfitte che gli consentono di crescere.



L’esame di guida è un pezzetto della conquista della loro autonomia. Per loro è una conquista, per noi genitori è anche un pensiero legato a nuove preoccupazioni: starà attento? Si limiterà nello schiacciare il pedale dell’acceleratore? Sarà accorto e responsabile? E gli altri automobilisti saranno prudenti?
Tante domande, mille paure e noi non possiamo fare altro che guardare il cielo e raccomandarci a chi c’è lassù. Perché lì, tra le nuvole, abitano le persone che abbiamo amato e adesso non ci sono più, ed è a loro che affidiamo il nostro bene più prezioso.
Sono passati un po’ di anni da quell’esame, ma è così vivo in me quel giorno. Davide ha superato la teoria e, dopo svariate lezioni di guida, può presentarsi per la pratica. Il giorno stabilito lo accompagno sul posto da dove partiranno tutti gli esaminandi. Arriviamo dove ci sono già parecchie persone, molte sono mamme che come me accompagnano i futuri -si spera- patentati.
Siamo tutti abbastanza tesi e aspettiamo impazienti che questa attesa abbia una fine, qualunque essa sia! Arriva finalmente il momento, gli istruttori prendono posto in auto e al volante gli esaminandi, uno dopo l’altro. Davide è il quarto o il quinto sulla lista, e quel pomeriggio è quasi una strage! In molti scendono dalla macchina con la faccia della sconfitta: l’esaminatore è severo e Davide è sempre più in ansia.
Tocca a lui adesso! Sale in auto, lo guardo di sottecchi e spero che faccia tutto giusto, vedo che sistema lo specchietto retrovisore, allaccia la cintura di sicurezza, mette la freccia e parte. Io finalmente respiro e aspetto.
La mia agonia dura una trentina di minuti e poi, in lontananza, vedo la macchina con la scritta Autoscuola dirigersi verso la piazzola di fine esame. Quasi non ho il coraggio di guardare, ma lo faccio: il mio frugoletto ferma il mezzo, spegne il motore, slaccia la cintura di sicurezza e si volta verso il passeggero al suo fianco; si parlano e Davide fa sì con la testa, poi apre lo sportello e scende dalla macchina. Ha una faccia impassibile, nessuna espressione che mi aiuti a capire se è andate bene oppure no.
Cammina lentamente, le braccia lungo il corpo e cerca il mio sguardo. Mi trova, i nostri occhi si incontrano e lui fa un gesto, piccolo, lo vedo solo io. Con una leggera rotazione del braccio mi offre il palmo della mano e io sorrido. La sua mano è diventata uno scrigno e il tesoro è la sua patente di guida!
Marina Stazi
PS: Ho voluto arricchire questo articolo con le immagini dei miei quadri. Non ho inserito le didascalie per lasciare che ciascuno possa interpretarli a modo suo e dare un significato personale alle mie creazioni.



Ringraziamo tutte le persone che dedicano il loro tempo alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.
