La malattia è spesso un conflitto tra l’anima e la personalità, si parla quindi di disturbo psicosomatico e sono sicura che l’hai provato almeno una volta nella tua vita.
Ci sono sintomi che non sono altro che allarmi inviati al nostro corpo e che vanno accettati, ascoltati, compresi e mai allontanati; se li allontaniamo si possono trasformare in patologie vere e proprie.
Il corpo grida quello che la mente non vuole sentire o quello che la bocca tace spesso per comodità.
Ho riletto questo estratto di Alejandro Jodorowsky Prullansky (poeta cileno, scrittore, fumettista, regista, drammaturgo) e che con piacere ti riporto:
“…
lo stomaco arde quando le rabbie non riescono ad uscire,
il diabete invade quando la solitudine duole,
il corpo ingrassa quando l’insoddisfazione stringe,
il mal di testa deprime quando i dubbi aumentano,
il cuore allenta quando il senso della vita sembra finire,
il petto stringe quando l’orgoglio schiavizza,
la pressione sale quando la paura imprigiona,
la nevrosi paralizza quando il bambino in noi tiranneggia,
le ginocchia dolgono quando il tuo orgoglio non si piega
…”
Spesso cerchiamo di mettere a tacere tutti questi sintomi con terapie o farmaci, ma ci chiediamo veramente quale sia la fonte del nostro malessere interno? Quali disturbi silenziosi abbiamo?
Se riguardo quell’elenco, ma soprattutto se riguardo nel mio passato, dico: “Questo ce l’avevo, anche questo e quest’altro” e provo un po’ di sconforto. Nello stesso istante però mi ricordo l’evoluzione fatta per non sentirmi angosciata o troppo ipocondriaca (ipocondria detta anche patofobia o ansia da malattia): ho cambiato mentalità nei confronti dei problemi della vita.
Ho un approccio, seppur da migliorare, meno ansioso rispetto a prima. Quello che mi faceva stare male era spesso “l’ansia da prestazione” (e non parlo di quella vissuta dall’uomo nella sfera sessuale, parlo di esami scolastici, lavoro, vita di coppia, perfino l’immagine data sui social) in qualsiasi ambito della mia vita e da cui derivava mal di stomaco, inappetenza, insonnia, mal di testa, palpitazioni.
Quando il mio corpo, anche recentemente, ha sentito questa forma d’ansia, mi ha inviato immediatamente il suo allarme così io ho potuto agire per tempo e soprattutto ho fatto in modo che non si trasformasse in qualcosa che poteva rovinare le mie giornate, ma non solo, anche i rapporti con le altre persone.
Ho imparato a trovare “le soluzioni migliori per me”, ho imparato a vedere alternative, ho imparato a riconoscere il problema e parlarne con chi è più esperto di me.
Quante volte poi nell’arco della mia vita mi sono sentita di azzannare letteralmente un dolce in un momento di crisi sentimentale o di sconforto affettivo! Ecco che dall’episodio singolo è nata una vera e propria patologia di cui vi parlerò nei prossimi articoli.
Consapevole che ognuno di noi reagisce in modo diverso alle situazioni,ti regalo il pensiero positivo che mi segue anche nella vita professionale da infermiera: “La salute è il primo dovere della vita” (Oscar Wilde), perché senza di essa ci saranno altri ostacoli da affrontare e con più difficoltà.
Quindi PRENDITI CURA DI TE E ASCOLTATI!
Questo articolo è stato scritto dalla socia e blogger Laura Chiapparini che dedica del suo tempo alla crescita del Curvy Pride blog
Un grazie a tutte le socie ed i soci che credono nell‘associazione CURVY PRIDE – APS impegnandosi nel volontariato.