UN NUOVO INIZIO PER CURVY PRIDE

Siamo tre donne al telefono. Tiziana e Simona sono insieme, a Roma, e io, Fabiana, sono in linea da Alba, splendida cittadina immersa nelle colline delle Langhe, in Piemonte.

Vorrei raccontarti di me, di Tiziana, vorrei dirti come ho conosciuto Simona e del perché siamo qui, in un sabato mattina di febbraio, a chiacchierare al telefono.

Lo farò senz’altro nei prossimi articoli ma quello che oggi sta a cuore a me e alle mie compagne di telefonata è renderti partecipe di quello che sta avvenendo ai vertici di Curvy Pride.

Come nasce Curvy Pride? Nel giugno del 2013, quando ancora non si pensava ad un’Associazione, un centinaio di donne si è riunito in Piazza Maggiore a Bologna e ha realizzato la scritta umana “CURVY” per lanciare un messaggio di protesta “morbida” contro i modelli dominanti della moda e dei mass media.

Il flash mob è stato una dichiarazione di orgoglio morbido per gridare al mondo che la bellezza non è soltanto quella che ci viene proposta ed imposta da tutti i canali di comunicazione ma può e deve essere soprattutto un grande amore verso se stessi, indipendentemente dalla forma e dalla taglia.

Curvy Pride nasce poi ufficialmente come Associazione nel 2015, dopo due anni di incubazione sotto forma di movimento pacifico di protesta contro ogni forma di bullismo, discriminazione e stereotipo.

A distanza di cinque anni il mondo Curvy Pride si è evoluto. Si sono aggiunti nuovi interessi, si sono aperti nuovi orizzonti. Il principio fondamentale è ovviamente rimasto lo stesso, con i suoi valori e i punti cardine: l’accoglienza, l’autostima, il bene della comunità e l’indipendenza intellettiva.

Possiamo parlare di restyling? Credo proprio di sì, poiché l’Associazione, essendo un mondo in continua crescita, con il tempo cambia, si evolve e ha la necessità di conformarsi con nuove necessità, nuove linee guida e nuove idee.

Ecco quello di cui si parla oggi al telefono! Siamo qui, col cuore in mano e con la testa piena di idee, progetti e sogni a disegnare il futuro di quella che, con estremo orgoglio, sta diventando una realtà sociale davvero importante.

Una frase di Simona mi ha colpita in particolare, rispecchia davvero tutto ciò in cui credo e mi ha fatto capire di essere nel posto giusto con le persone giuste, te la riporto di seguito e ti do appuntamento al prossimo articolo.

L’Associazione Curvy Pride io la considero come un incubatore di idee ed un acceleratore di talenti. Rapportarsi con se stessi e con gli altri, guardare ciò che ci circonda con occhi affamati di conoscenza e lasciando da parte i preconcetti ci permette di migliorarci e di concentrarci sulle incredibili opportunità che la vita ci offre.

Ognuno è libero, ognuno è diverso, unico e perfetto. Ognuno di noi ha un talento che può permettergli di eccellere e insieme possiamo scovare e far emergere quel talento”.

Fabiana Sacco è stata consulente di bellezza per più di 25 anni nei quali ha raccolto le confidenze, le paure e i sogni di centinaia di donne. Il suo cammino di crescita l’ha portata a diventare una coach e la sua più grande passione è aiutare tutte le donne che vogliono stare bene nella loro forma fisica, qualunque essa sia.
Curvy Pride rispecchia alla perfezione i miei valori ed esserne membro è per me un onore, tutte insieme cambieremo il mondo”!
MAIL fabythecurvycoach@gmail.com o mi trovi su IG https://www.instagram.com/faby_the_curvy_coach/?hl=it
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DIAMO VOCE ALLE SPOSE CURVY!!!

NASCE IL NUOVO PROGETTO CURVY PRIDE TELLING.

L’iniziativa, vuole dare voce a tutte le ragazze che, lottando contro discriminazioni e bullismo, hanno vissuto o stanno vivendo la scelta dell’abito da sposa come un vero dramma.

Gennaio è il mese in cui la maggior parte delle ragazze inizia le ricerca dell’abito da sposa, magari anche a seguito di una proposta di matrimonio avvenuta durante le festività Natalizie. Si sa che ogni donna sogna fin da piccola di indossare uno di quei vestiti principeschi o comunque un abito importante, d’alta moda almeno un giorno nella sua vita.

Purtroppo questo sogno fatica a diventare realtà per molte ragazze, perché vengono lasciate inconsiderate dalla moda e dagli stilisti. Da qui nasce il progetto “Curvy Pride Telling” di CURVY PRIDE – APS, l’Associazione che, sotto un mantello fucsia, con le sue numerose iniziative, si propone di lottare contro bullismo, stereotipi, discriminazioni e di valorizzare il bello sotto ogni sua forma.

Questa è iniziativa crescerà grazie alla collaborazione dall’Atelier Sposa Curvy con sede nelle Marche, che ha accolto l’idea di diffondere questo progetto e inserire nel suo libro “L’abito da sposa senza taglia” un coupon con tutte le istruzioni per dare la possibilità alle spose di potersi raccontare. L’Atelier Sposa Curvy donerà all’Associazione un contributo liberale per un progetto concreto: il potenziamento del suo BLOG per permettere a sempre più persone di aprire il proprio cuore e raccontarsi.

Si ok ma come? Le ragazze che vogliono raccontare il loro percorso per la scelta dell’abito da sposa potranno scrivere una mail all’Associazione all’indirizzo curvypridetelling@gmail.com Il racconto verrà pubblicato sul BLOG. Partecipare è importante perchè ogni storia rappresenta un nuovo mattone nella costruzione di una nuova cultura e apertura mentale che mette al centro il rispetto dell’altro.

Il libro “L’abito da sposa senza taglia” raccoglie molte storie di ragazze che hanno vissuto come un vero dramma questo momento. “Prima dimagrisci poi vieni a scegliere il vestito” è una frase che nessuna ragazza vorrebbe sentirsi dire, ma purtroppo viene detta. E più spesso di quanto si pensi!

Questo progetto nasce per diffondere un importante messaggio sociale: il diritto a un’idea di bellezza che non discrimini e non crei modelli irraggiungibili e dannosi, soprattutto per le adolescenti, per affermare la propria indipendenza verso condizionamenti esterni, circa il proprio aspetto fisico.

Il progetto verrà presentato domenica 19 gennaio nell’Atelier Sposa Curvy, a Montegranaro (FM) per partecipare è necessaria la prenotazione.

Vi aspettiamo numerose!!!

Per scaricare gratuitamente l’anteprima del libro: https://www.sposacurvy.com/abito-da-sposa-senza-taglia/

Per acquistare il libro: https://www.sposacurvy.com/libro-abito-da-sposa-senza-taglia/

Vi aspettiamo numerose!!!

Quando il body shaming entra in politica. Hic sunt leones…ma da tastiera.

Era dai tempi della ministra Cécile Kyenge che una (neo)ministra non veniva sbeffeggiata in maniera così pesante: vuoi per il fisico non esattamente da passerella, vuoi per i titoli accademici (o meglio, per la mancanza di essi), vuoi per un abito blu royale con qualche balza di chiffon (forse) di troppo (ma #EnzoMiccioApproved).

La strada verso la parità di genere è ancora lunga, se persino in Parlamento un politico o un ministro viene valutato più per il suo aspetto fisico o per il suo abbigliamento, che per i suoi meriti o per i suoi demeriti.

Matteo Renzi ne elogia le capacità oratorie messe in luce alla Leopolda, tanto da far venire in mente un altro esempio di politico che , seppur con bassa scolarizzazione, ha saputo tener testa a dottoroni e commendatori in Parlamento, battendosi come fece lei per i braccianti del sud : Giuseppe Di Vittorio.

Il terzo pilastro su cui si incentra la polemica sulla Bellanova è la “questione accademica”, essendo lei arrivata fino alla terza media. Che lo studio sia importante è chiaro, ma non è un certificato accademico che certifica anche la propria competenza in un determinato ruolo. E dico ciò andando anche contro i miei stessi interessi, visto che ho un curriculum pieno di titoloni, i quali nella mia carriera professionale hanno avuto la stessa funzione delle palle sull’albero di Natale: puramente decorativa.

Indubbiamente il 94% dei CEO nel mondo ha compiuto studi ben oltre la laurea. Ma ci sono anche imprenditori che hanno costruito un impero basato sul bello e sulla creatività,  senza aver conseguito una laurea, e facendo dello #StayHungryStayFoolish una filosofia di vita.

Da barzelletta a eroina nazionalpopolare: l’operazione di messa in ridicolo della ministra si è rivelata un boomerang, visto che al momento sembra aver conquistato le simpatie degli italiani.

E a tal proposito, vorrei assegnare dei premi ai 3 commenti che più di altri si sono distinti nella giornata di venerdì:

  • Premio Gaviscon al commento di Daniele Capezzone, con la motivazione gentilmente fornita da Cicciogia :” se c’e qualcuno seriamente intrappolato in un eterno carnevale, è proprio Capezzone, che ha indossato una maschera diversa per ogni partito di cui ha fatto parte” :
  • Premio della critica a Martina Dall’Ombra, che ci ricorda che in ognuna di noi vive una principessa. E non importa se si chiama Kate o Tiana.
  • Premio Nobel per la pace a Enzo Miccio, per aver definitavamente sancito che #mivestocomevoglio.

L’hashtag è quello con cui la neo ministra ha infiocchettato la polemica sul vestito blu. In 3 giorni l’ho vista con 3 outfit uno meglio dell’altro. E se il suo spirito è quello mostrato finora…ne vedremo delle belle!

E grazie ad una Pagina FB, abbiamo scoperto chi è il ragazzo dietro a lei: il figlio! A ricordarci che le cose importanti della vita sono ben altre…

Caterina Argentieri

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Chi è Caterina: sognatrice come i Pesci, inarrestabile come il Capricorno, che è il mio ascendente. E che panorama che si vede da quassù! Dopo mille e una battaglia, riapro il cassetto dei miei sogni, li tiro fuori, e mi preparo a realizzarli. Uno ad uno. 

Gli #hashtagcurvy 2019 bannati da Instagram

Non vanto certo di un numero di follower da influencer ma nel mio piccolo e ristretto mondo di visualizzazione avevo notato un calo delle visite, dei likes, dei seguaci.. e allora dopo una conversazione in chat ci ho visto chiaro!

ATTENZIONE perché alcuni hashtags censurati da IG sono davvero insospettabili, ad esempio “#CURVY”? Lo avresti immaginato? Utilizzare hashtags bannati, può esporti a dei rischi; potresti ricadere nello shadowban e restarci sino a quando non avrai adottato le corrette contromisure e il consiglio che ho letto è di prevenire.

Se hai notato un calo dell’engagement come me e non riesci a spiegarti la ragione prova a guardare gli hashtag dei post passati. Uno, o di più, potrebbero essere stati bannati da Instagram e ciò avrà comportato una diminuzione drastica dei likes e dei commenti perché ne è sufficente 1 SOLO per oscurare la foto nelle ricerche e apparire solo a chi ti segue. Il consiglio è munirti di santa pazienza e rimuoverlo/li DA TUTTE LE FOTO.

Alcuni degli hashtag sono: #bodylove #curvyisnotacrime #bodypositivecatwalk #bbw #eveybodyisbeautiful #curvy #curvygirls #fitnessgirls #lingerie #laurabrioschiprogect #yourself #bikinibody #followforfollow #like #likeforlike #models #costumes.. ecc.

se è presente la dicitura: “I post recenti di #bodypositivecatwalk al momento sono nascosti perché la community ha segnalato alcuni contenuti che potrebbero non rispettare le linee guida della community di Instagram” è meglio non utilizzarlo.

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Per verificare se l’account generale è oggetto di limitazioni puoi mettere un hastag poco seguito in una foto, accedere ad Instagram con un altro profilo che non segue il tuo e digitare l’hashtag che hai scelto. Se la foto che hai appena pubblicato non compare nei contenuti recenti allora sei sotto penalizzazione. Potrebbe trattarsi di Shadow ban, ma non necessariamente.

Come uscire dalla penalizzazione Instagram shadowban:

  • Non superare il limite di hashtag (che è di 30)
  • Non ripetere mai gli stessi hashtag sotto ogni foto, specie se sono hashtag generici e molto popolari
  • Revoca gli accessi ad app esterne o a BOT
  • Cessa tutte le operazioni (like, follow e direct) per 1 o 2 giorni
  • Elimina post o stories che contengono hashtag che possono destare sospetto a Instagram
  • Se hai un profilo business passa a quello personale per poi ripassare dopo qualche giorno nuovamente a quello business

Se vi chiedete quale sia il motivo che ha spinto instagram a prendere questi provvedimenti è che diverse parole hashtag nel corso del 2019 hanno prodotto un notevole spam, teoricamente ban temporanei, e in questo modo vorrebbe arginare la visibilità di contenuti, migliorando la qualità per offrire agli utenti un servizio migliore.

Solitamente sotto la lente di ingrandimento di Instagram finiscono hashtags molto popolari, per questa ragione diventa ancora più importante verificarne la popolarità e il significato usato all’interno di Instagram prima della pubblicazione.


DSC_1207BBBValentina Parenti ( @momincolors ) sogna un mondo senza stereotipi di genere, positivo e attento all’integrazione sociale per questo è membro Curvy Pride e della BodyPositiveCatWalk. Da poco ha creato @FelicitàFormosa su Parma. Valentina educa i suoi figli ad una “vita a colori” ed è il segreto della felicità #educareallafelicità.

CLUB DEI BRUTTI… cos’e’?

Il 1 SETTEMBRE 2019 l’Associazione CURVY PRIDE – APS sarà ospite del FESTIVAL MONDIALE DEI BRUTTI.

A chi ci ha chiesto simpaticamente “perché con i BRUTTI” rispondiamo con la STORIA, i VALORI e gli OBIETTIVI del CLUB.

Attraverso l’ironia si possono realizzare importanti rivoluzioni culturali.

Ci vediamo a PIOBBICO (PU)!

Il Club dei brutti o World Association of the Ugly People è un’associazione internazionale fondata nel 1879 a PIOBBICO, un paese delle Marche, dove ha ancora sede. Oggi ha lo scopo di sensibilizzare sui problemi dei brutti ridimensionando l’importanza dell’apparenza nella società moderna. Nel 2005 aveva 25000 iscritti e succursali in diversi Paesi europei e americani (secondo quanto dichiarato dal club stesso, 25 sedi nel mondo nel 2008).

La nascita del club, nel 1879, era motivata dall’esigenza di maritare le zitelle del paese, in quanto non riuscivano a sposarsi a causa della propria bruttezza. Ciò causava problemi anche economici per le famiglie. Svolse quindi funzioni simili a quelle che ha oggi un’agenzia matrimoniale.

L’associazione fu rilanciata attorno al 1960 con il nome di Associazione Nazionale dei Brutti, con lo scopo di sensibilizzare i cittadini ai problemi dei brutti e di aiutare i brutti a superare i loro problemi e a trovare un partner.

Nel 1995 aveva 18000 iscritti nel mondo.

Più recentemente l’associazione si è occupata di combattere la discriminazione per l’aspetto fisico sul luogo di lavoro. Nel 2008 dichiarava come suo scopo la “sensibilizzazione ad una corretta cultura dell’apparenza e la lotta al culto della bellezza della moderna società della comunicazione” e “combattere il culto esagerato della bellezza”. Per questi scopi non richiede che gli iscritti siano brutti, ma soltanto che condividano gli ideali alla base del gruppo. Sempre nel 2008 l’associazione inaugurò un monumento ai brutti nel paese di Piobbico.

Nella prima domenica di settembre a Piobbico, ogni anno si svolge il “Festival del brutto” in concomitanza della sagra della polenta alla carbonara, dove viene eletto il presidente dell’associazione. Annualmente vengono eletti i “re dei brutti”, ai quali viene assegnato il premio “No-bel”, che sono i presidenti del club. Questa usanza risale alla fondazione dell’associazione nel 1879.

Il club è citato da uno studio di Gretchen E. Henderson sull’omologo Ugly Face Club, esistito a Liverpool tra il 1743 e il 1754, e sul rinnovato interesse per i club di brutti nel mondo, che farebbe parte di un rinnovato interesse per la bruttezza dovuto a una forma di attrattività estetica della stessa per i sensi. Bonnie Berry parte invece dal fatto che i candidati a presidente del club nel 2007 fossero persone con un aspetto “nella media” per riflettere su come siano i mezzi di comunicazione di massa a creare un’immagine di ciò che viene considerato “brutto”.

Sono entrati nel gruppo la Miss Italia del 1979 Cinzia De Ponti e quella del 1992 Gloria Zanin, il politico Giulio Andreotti (iscrittosi prima del 1992), i noti conduttori televisivi Mike Bongiorno e Paolo Bonolis, e l’attore e comico Pippo Franco.

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