UNA RICETTA CHE PROFUMA DI MAMMA: TORTA ALLO YOGURT, MELE E CANNELLA

Per la Festa della Mamma ho scelto la ricetta della torta di mele. Era il dolce che preparava sempre mia madre, a casa non mancava mai. Da piccola non mi piaceva proprio, volevo torte più farcite, più cioccolatose. Crescendo ho invece imparato ad apprezzare e amare questo dolce. Oggi a 53 anni suonati, la torta di mele è per me un vero e proprio comfort food, un cibo che coccola l’anima.

Perché è un dolce semplice, delicato, rassicurante, profuma di casa, di famiglia, di giorni di festa, di colazioni, di merende dell’ infanzia e di cose buone e genuine di una volta.  

Tanti sarebbero i dolci per la Festa della Mamma, ma per me la torta di mele è quella che più rappresenta l’anima della mamma.

Nella vita odierna c’è bisogno di riscoprire la bellezza, la magia e la felicità delle cose semplici, anche attraverso un dolce. La cucina è un’arte magica, è l’intenzione che mettiamo nella preparazione del cibo che trasforma un semplice piatto in una ricetta d’amore. Provate con questa torta e quando la preparerete mettete nell’impasto un ingrediente segreto: tutto l’amore per la vostra mamma. E vedrete che, come per incanto, questo dolce non sarà la classica torta di mele ma avrà un qualcosa in più. Qualcuno la definirà speciale, qualcuno vi chiederà se avete usato qualche ingrediente particolare, qualcun altro ancora vi dirà che è la torta di mele più buona che abbia mai assaggiato!

L’amore fa miracoli anche in cucina e l’amore che lega mamme e figli è una tra le forme di amore più puro che esista.

Sapete l’origine della Festa della Mamma?

Come per la Festa del Papà, anche la Festa della Mamma non è assolutamente una festa dettata dal consumismo bensì dal cuore. Le sue origini sono molto antiche, si celebrava infatti già al tempo dei Greci e dei Romani ed erano festeggiamenti legati al culto delle divinità femminili, della fertilità, al raccolto e segnava il passaggio dall’inverno ai mesi estivi.

La Festa della Mamma come la conosciamo noi oggi nasce negli Stati Uniti nel 1870. La prima donna a proporla fu Julia Ward Howe una pacifista e femminista americana. Pochi anni dopo anche un’altra donna, Anna M. Jarvis, reiterò la stessa proposta e fu proprio grazie alla sua tenacia e insistenza con i ministri e le cariche pubbliche che il 10 maggio 1909 venne celebrata la prima Festa della Mamma. Nel 1914 il presidente americano Wilson decise di renderla festa nazionale in onore di tutte le mamme dei soldati americana e il giorno dei festeggiamenti fu fissato per la seconda domenica di maggio.

E in Italia?

La prima giornata dedicata alla maternità è stata organizzata il 24 dicembre 1933. Si chiamava ‘Giornata della madre e del fanciullo’ e cadeva la vigilia di Natale. In questa occasione venivamo premiate le madri che avevano avuto più figli. La festa come la conosciamo noi oggi invece venne celebrata per la prima volta il 12 Maggio 1957 su iniziativa di don Otello Migliosi parroco di Tordibetto di Assisi che ebbe l’idea di celebrare la mamma nel suo valore sia cristiano ma anche interconfessionale questo per permettere un confronto e un dialogo tra le culture diverse. Il 18 dicembre 1958 il senatore Raul Zaccari, insieme ad altri 6 senatori, presentò al Senato della Repubblica un disegno di legge per ottenere l’istituzione della Festa della Mamma.

TORTA ALLO YOGURT MELE E CANNELLA

Ingredienti per uno stampo tondo a cerniera di 22 cm diametro

230 gr farina 00

150 gr zucchero

2 uova

50 ml olio di semi di girasole

200 ml yogurt bianco

1 bustina di lievito vanigliato

Una bustina di vanillina

Mezzo cucchiaino di cannella

Un pizzico di sale

3 mele

4 cucchiai di liquore nocino (o altro liquore di vostro gradimento)

Inoltre

2 mele per la decorazione

Zucchero a velo vanigliato

Preparazione

Preriscalda il forno a 180°.

Lava le 3 mele, asciugale, tagliale a tocchetti e mettile a macerare con il nocino, rimestandole di tanto in tanto.

In una ciotola mescola con le fruste le uova con l’olio e lo yogurt. Aggiungi lo zucchero e alla fine una cucchiaiata alla volta la farina setacciata con la cannella, il pizzico di sale, la vanillina e il lievito vanigliato. Infine aggiungi la frutta con il suo nocino e amalgama bene al composto.

Fodera uno stampo tondo a cerniera di carta forno (oppure imburralo e infarinalo per bene). Versa il composto e livellalo.

Lava le due mele, asciugale, tagliale a fettine e disponile sulla superficie della torta.

Inforna a 180° per 45/50 minuti (fai la prova stecchino).

Leva la torta dal forno e falla raffreddare completamente prima di levarla dallo stampo (altrimenti essendo molto umida rischia di rompersi). Mettila su un piatto da portata e spolvera con un po’ di zucchero a velo vanigliato.

Ringraziamo tutte le socie e i soci che contribuiscono alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.

Laura De Vincentis è parapsicologa e modella curvy.
A 52 anni conosce un famoso fotografo italiano e inizia la sua carriera come modella curvy, acquisendo una nuova consapevolezza di sé, imparando ad amare e accettare il proprio corpo incondizionatamente. È attiva contro il body shaming e la discriminazione basata sull’aspetto fisico.
Fin da piccola ha una passione per la danza classica che inizia a studiare a 50 anni; è inoltre autrice di un goloso blog di cucina.
“È per me un onore fare parte della grande famiglia di Curvy Pride, perché mi permette di condividere il mio percorso di vita e stimolare le persone, attraverso la mia esperienza, a credere in se stesse, ad amarsi e soprattutto a tirare fuori i sogni dal cassetto per realizzarli con la forza dell’intenzione.
Perché volere è potere!”
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LA PASQUA DI CASA MIA: DANUBIO CON SALSICCIA E PROVOLA AFFUMICATA

Per me la Pasqua profuma di primavera, di aria tersa, di cieli azzurri, di nuvole bianche e soffici, di prati verdi, di fiorellini di campo, di voglia di sole e leggerezza. E poi ci sono quei sapori particolari che lego da sempre alla mia tradizione pasquale, quelle ricette che faccio solo una volta all’anno, che nella mia memoria e in quella della mia famiglia si fisseranno per sempre come un ricordo della Pasqua. “Profuma di Pasqua, sa di Pasqua” dice mio figlio annusando l’aroma dell’acqua di fiori d’arancio o del casatiello che cuoce nel forno. E io sorrido perché so che quegli odori rimarranno impressi nella sua memoria per sempre.

La memoria olfattiva e gustativa è una parte fondamentale di noi. Come per magia ecco che un profumo o un sapore ci fa ritornare alla mente emozioni e ricordi legati alla nostra infanzia, al nostro passato felice, alle tavolate imbandite e allegre, alla nonna e alla mamma, indaffarate in cucina, che la mattina presto iniziavano a cuocere le pietanze della festa nel forno della cucina economica.

Chissà se le nuove generazioni sanno che la cucina economica era l’elettrodomestico più all’avanguardia sognato da tutte le giovani spose della prima metà del secolo scorso.

Tante sono le ricette di Pasqua che propongo ogni anno: la torta salata ai carciofi,  la crostata di tagliatelle, la pastiera, la pizza al formaggio, il casatiello. Ma una ricetta in particolare è per me quella del cuore e voglio condividerla con voi, cari lettori e lettrici del blog: il Danubio

Quanti di voi lo conoscono? Il Danubio, o danubiana, o brioche al pizzico, è un rustico di Napoli. La leggenda racconta che è nato nel 1768 anno delle nozze tra Ferdinando I e Maria Carolina d’Asburgo, che portò con sé a Napoli le tradizioni gastronomiche della sua terra d’origine: l’Austria. E dall’incontro tra i cuochi viennesi e i cuochi napoletani sembra nascere il Danubio che nella forma assomiglia tanto al “buchtlen” il famoso dolce austriaco.

Da sempre il Danubio è considerato un cibo democratico: innanzitutto perché è una ricetta del riciclo, il ripieno infatti viene sempre preparato con gli avanzi, anche se la vera tradizione partenopea lo prepara con un ripieno di provola e salame oppure ricotta e salsiccia. Ma soprattutto perché è un cibo che stimola la convivialità. Lo si mette al centro della tavola e ognuno lo spizzica liberamente. I ripieni possono essere molteplici e ogni bocconcino può nascondere un ripieno diverso.

La tradizione partenopea vuole che sia consumato la sera dopo la veglia pasquale. È il cibo per eccellenza che spezza il digiuno. Ma ovviamente è talmente tanto goloso che lo si trova, insieme a tutti i rustici napoletani, sulla tavola delle giornate di feste “importanti”.

DANUBIO CON SALSICCIA E PROVOLA AFFUMICATA

Ingredienti

250 gr farina 00

250 gr farina di Manitoba

200 ml latte a temperatura ambiente

35 gr lievito madre disidratato in polvere

60 gr burro morbido

20 gr strutto

10 gr sale fino

25 gr zucchero

Per la farcia

400 gr salsiccia

200 gr provola affumicata

Inoltre

1 uovo sbattuto per spennellare

Preparazione

Prepara la farcia: spella la salsiccia, riducila a tocchetti della grandezza di una nocciola e rosolala per qualche minuto in una padella con un goccio d’olio. Mettila a raffreddare su un piatto coperto da carta assorbente. Taglia la provola a tocchetti e mettila da parte.

Prepara l’impasto: impasta tutti gli ingredienti (farine, latte, lievito madre, burro, strutto, sale, zucchero) energicamente per 12-15 minuti (puoi usare anche l’impastatrice o la macchina del pane programma impasto e lievitazione) sino a che ottieni un impasto tenero ma, non appiccicoso.

Forma una palla, copri a campana e fai lievitare per 60 minuti circa.

Riprendi l’impasto, forma un rotolo e taglia a tocchetti di circa 35/40 gr cadauno.

Prendi ogni pezzo, appiattiscilo, all’interno metti un pezzetto di salsiccia e uno di provola affumicata e richiudi formando delle palline lisce e ben tese arrotolandole sul tagliere sotto il palmo della mano

Fodera di carta forno una teglia tonda a cerniera di 26 cm di diametro e disponi all’interno le palline leggermente distanziate tra loro.

Spennella la superficie con un uovo sbattuto.

Fai lievitare per 60 minuti, le palline devono raddoppiare di volume.

Preriscalda il forno a 200° e inforna per 20/25 minuti (la parte superiore deve risultare dorata).

E ora non mi resta che augurarvi una Pasqua gioiosa e golosa!

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UN DOLCE PER LA FESTA DEL PAPÀ: ZEPPOLINE AL FORNO CON CREMA AL LATTE DI MANDORLA

La festa del papà si avvicina e io vorrei dedicare a tutti i papà il dolce che preparo sempre il 19 Marzo in occasione della loro festa: zeppoline mignon cotte in forno farcite con della crema pasticcera al latte di mandorla, una piccola coccola deliziosa!

Questa festa è nata negli Stati Uniti il secolo scorso, per opera di una ragazza che voleva dedicare una giornata speciale al suo papà così come ne esisteva una per la mamma e 19 Giugno 1910 fu festeggiata la prima festa del papà. Perché proprio il 19 Giugno? Perché era il giorno del compleanno di questo signore.

Nel 1966 il Presidente Lyndon B.Johnson proclamò la festa del papà festa nazionale e i festeggiamenti si spostarono alla terza domenica di giugno. Anche in moltissimi altri paesi del mondo la festa del papà si festeggia la terza domenica di giugno, mentre in Germania la festa del papà coincide con l’Ascensione.

In Italia quando si decise di festeggiare la festa del papà si scelse la data del 19 Marzo, festa di san Giuseppe, papà putativo di Gesù. Secondo la tradizione, il 19 marzo è la sua data di morte. Il culto di san Giuseppe ha però origini antichissime: nelle chiese orientali si festeggiava già nell’Alto Medioevo; nel Trecento questo culto si adottò anche in Occidente.

Nel 1479 papa Sisto IV inserì la festa di san Giuseppe nel calendario romano. Alla fine del 1800 la Chiesa Cattolica, considerando san Giuseppe come la figura del papà buono dedito alla famiglia, lo proclamò protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa Universale.

“In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale […]”, sono le parole di papa Leone XIII che racchiudono il significato di questa ricorrenza.

I dolci per la festa del papà

Ci sono dei dolci speciali legati a questa ricorrenza che riempiono di gioia i palati dei papà golosi. A Napoli sono famose le zeppole di San Giuseppe fritte e farcite con crema e amarene. La leggenda racconta che si preparano il 19 marzo perché dopo la fuga in Egitto, per scappare dalle persecuzioni di re Erode, Giuseppe fu costretto a vendere dei dolci per mantenere la sua famiglia.

A Roma, si preparano i Bignè di San Giuseppe, in Toscana e in Umbria si preparano frittelle di riso cotto nel latte e aromatizzato con spezie e liquore, in Emilia Romagna troviamo la raviola, un dolce di pasta frolla farcito di marmellata o crema, mentre in Sicilia troviamo zeppole di riso e le Sfincie di San Giuseppe.

Dalla ricetta odierna non aspettatevi le classiche zeppole napoletane, questa è una versione diversa, la cottura al forno sostituisce la frittura, il cioccolato le amarene. Io non ho mai amato friggere, pertanto quando la mia amica Giusy mi ha proposto questa ricetta ho messo subito le mani in pasta. È stato amore al primo morso così le ripropongo ogni 19 Marzo e riscuotono sempre un notevole successo.

ZEPPOLINE AL FORNO CON CREMA AL LATTE DI MANDORLA

Ingredienti per circa 13/15 zeppole mignon

250 ml acqua

100 gr burro

1 pizzico di sale

1 cucchiaio di zucchero

150 gr farina

Mzzo cucchiaino di lievito per dolci

3 uova

Per farcire

Crema Pasticcera al Latte di Mandorle

Per decorare

Gocce di cioccolato

Preparazione

Preriscalda il forno a 190°.

In una pentola dai bordi alti metti l’acqua con il burro, un pizzico di sale e lo zucchero. Metti sul fuoco e fai sciogliere completamente il burro. Aggiungi di colpo 150 g di farina setacciata con il lievito e gira con un cucchiaio di legno sino ad ottenere una palla lisca e omogenea della consistenza di un polentino sodo.

Fai raffreddare l’impasto e poi una alla volta, amalgamandole bene, aggiungi 3 uova.

Fodera una teglia con carta forno.

Riempi una tasca da pasticceria con bocchetta larga a stella e forma due cerchi concentrici uno sopra l’altro (del diametro di una tazzina da caffè se le volete mignon) avendo cura di lasciare un piccolo buchino nel mezzo.

Inforna a 190° per 15 minuti circa, la superficie deve essere gonfia e dorata.

Sforna e lascia raffreddare su una gratella, intanto prepara la crema pasticcera al latte di mandorla. Quando le zeppole saranno completamente fredde tagliale a metà e farciscile con la crema. Richiudile e nella parte centrale fai un ulteriore ciuffo di crema. Decora con qualche goccia di cioccolato, spolvera con zucchero a velo e servile.

Crema Pasticcera al Latte di Mandorla

Ingredienti

200 gr latte intero

300 gr latte di mandorla

2 tuorli

100 g zucchero

60 g farina

1 bustina di vanillina

6 gocce di aroma di mandorla amara

Preparazione

Sbatti i tuorli con lo zucchero sino ad avere un composto gonfio e spumoso. Aggiungi la farina setacciata continuando a sbattere con una frusta.

In un tegame fai bollire il latte e il latte di mandorle con la vanillina.

Aggiungi poco alla volta il latte bollente al mix di uova, zucchero e farina continuando a sbattere con una frusta per evitare la formazione di grumi. Quando il composto è ben amalgamato riporta la pentola sul fuoco, a fiamma dolce, e sempre mescolando porta a ebollizione sino a che la crema si sarà ben addensata. Leva dal fuoco, aggiungi qualche goccia di mandorla amara e mescola bene. Metti la crema in una ciotola, falla raffreddare completamente spatolando di tanto in tanto per evitare che si formi la pellicola in superficie.

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UN DOLCE PER SAN VALENTINO: SBRICIOLATA ALLA NUTELLA CON CRUMBLE DI NOCCIOLA

Si avvicina San Valentino e io dedico questa ricetta a tutti voi, romantici dal cuore tenero! Che siate innamorati oppure no, l’importante è amare soprattutto voi stessi perché, come dico sempre, se prima di tutto non impariamo ad amarci da soli, nessuno potrà farlo al posto nostro. La tradizione di San Valentino affonda le radici in epoca romana, nel 496 d.C., quando Papa Gelasio I volle porre fine agli antichi riti pagani dedicati al Dio della fertilità Luperco che si celebravano il 15 febbraio. In quella giornata si tenevano festeggiamenti sfrenati totalmente in contrasto con la morale cristiana. Fu così che istituì la festa dell’amore cristiano il giorno 14 febbraio, giorno dedicato a San Valentino che diventò il protettore degli innamorati.

Di santi dal nome Valentino ne esistono molti ma uno in particolare è legato a questa festa, si tratta di San Valentino nato ad Interamna -l’attuale Terni- nel 176 d.C. La letteratura religiosa lo descrive come il santo protettore degli innamorati che lui guidava verso il matrimonio cristiano e come il difensore delle storie d’amore infelici. Il suo martirio è legato infatti alla celebrazione di un matrimonio tra Serapia, una giovane cristiana gravemente malata e il legionario romano Sabino, che invece era pagano, violando così la legge romana che impediva matrimoni con i cristiani.

Sapete perché a san Valentino si regalano cioccolatini? Perché nell’antichità il cioccolato era un prodotto prezioso, raffinato e costosissimo. Un prodotto d’élite, non facilmente reperibile, destinato soltanto alle classi agiate. E regalare cioccolato rappresentava quindi un dono dal valore inestimabile, lo stesso valore che al giorno d’oggi si attribuisce a un diamante considerato il simbolo dell’amore eterno.

“Dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d’accordo, il miglior amico delle ragazze“ afferma Carole Matthews nel suo divertentissimo libro “Il Sexy Club del Cioccolato” Inoltre al cioccolato è riconosciuta da sempre la proprietà di afrodisiaco naturale ricco di antiossidanti e sostanze eccitanti ed energizzanti. Pensate che nel 1800 alcuni medici prescrivevano il cioccolato per curare le delusioni d’amore, ritenendo che una dose di cioccolato potesse curare un cuore spezzato. E in epoca moderna è stato effettivamente confermato -e credo che lo possiate confermare anche voi- che il cioccolato contiene sostanze che sollevano l’umore in quelle giornate particolarmente triste e depresse.

Per questa giornata speciale vi regalo la ricetta di una torta tanto semplice quanto golosa, buona da commuovere. Sapete, io amo le ricette veloci alla portata di chiunque. Non utilizzo ingredienti bizzarri ma tutti gli ingredienti delle mie preparazioni sono presenti nelle vostre dispense o nel supermercato più vicino. E quando cucino mi metto nei panni di chi non può trascorrere giornate intere davanti ai fornelli ma questo non significa non poter creare una pietanza accattivante o un dolce da leccarsi i baffi.

SBRICIOLATA ALLA NUTELLA CON CRUMBLE DI NOCCIOLA

Ingredienti per stampo rotondo a cerniera di 24 cm di diametro

100 g zucchero

180 g farina 00

15 gr farina di mais a grana grossa.

30 gr cacao amaro in polvere

1 uovo

60 ml olio extravergine d’oliva delicatissimo

60 ml panna per dolci

1 cucchiaino di lievito vanigliato in polvere

1 bustina di vanillina

Un pizzico di sale

50 gr granella di nocciole

Per farcire

Nutella secondo il mio mantra del “più ce ne metti, più ce ne trovi

Zucchero a Velo

Sbriciolata alla Nutella con Crumble di Nocciole

Preparazione

Preriscalda il forno a 170°.

Impasta tutti gli ingredienti (tranne la granella di nocciole) sino ad ottenere un impasto omogeneo ma sbriciolato, granuloso.

Imburra e infarina uno stampo rotondo a cerniera di 24 cm di diametro.

Scalda la Nutella a bagnomaria e lasciala intiepidire evitando di finire il barattolo a cucchiaiate.

Con 1/3 dell’impasto copri per bene il fondo della torta premendolo leggermente per renderlo uniforme.

Versa la Nutella sul disco di frolla, stendendola bene e avendo cura di tenerti a mezzo cm dal bordo.

Aggiungi la granella di nocciole al restante impasto e con le grosse briciole ottenute (dette crumble) ricopri tutta la superficie della torta.

Inforna a 170° per circa 25 minuti.

Fai raffreddare completamente e spolvera di zucchero a velo.

Puoi servire questa torta con un ciuffo di panna montata, una coppa di spumante o un liquore al caffè (che con il cioccolato si sposa proprio bene)

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I DOLCETTI DELL’EPIFANIA: I BEFANINI

I Befanini toscani, o Befanotti, sono biscotti tipici della tradizione toscana, più precisamente versiliese, che vengono preparati in occasione della festa dell’Epifania. Sono quei dolci che profumano di mamma, di nonna, di zia, di cose buone e semplici di una volta, quando bastava poco per fare sorridere un bimbo e quando la felicità stava nelle piccole cose che avevano quella magia particolare di scaldare il cuore.

Sono Laura, amante della cucina, e oggi vi propongo una ricetta d’amore, raccontata attraverso le delicate righe del famoso enogastronomo toscano Giovanni Righi Parenti che dedicò gran parte della sua vita allo studio della cucina e alla ricerca dei piatti della tradizione senese e toscana, riportando in vita ricette antiche e sapori perduti. È proprio questo suo scrivere di cucina in punta di anima che mi fa amare i libri di questo autore che tante volte, come potrete percepire leggendo questa ricetta, assomigliano più a un romanzo d’altri tempi che a un ricettario di cucina

Foto di Laura De Vincentis

Befanini

Ricetta tratta dal libro Dolcezze di Toscana di Giovanni Righi Parenti

“La Befana, cara Zia, tutte le feste le porta via”.

Così si lamentava lo scolaro giunto a questa data che un tempo segnava la fine delle vacanze scolastiche invernali. E la zia consolava il nipote co’ Befanini. È una storia vecchia anche questa, ma anche i Befanini sono vecchi! Per prima cosa vi debbo dire che sono un dolcino nato in quel di Viareggio e che per farli ci vogliono gli stampi. Stelle, cuori, animali e poi le Befane ed i Befanotti. Scambiarsi i Befanini era un rito. L’operazione era affidata ai più piccini. I bambini per la metà li consegnavano, ma i più se li mangiavano! Spesso avveniva l’incrocio ed uscivi di casa con un paio di cartocci per riportarne…tre. I Befanini rimangono i biscotti dei nostri nonni. Una fabbricazione rustica di mani e cuore che, per cominciare l’anno nuovo, risulta proprio ideale!”

Ingredienti

1 kg di farina 00

600 g di zucchero semolato

200 g di burro

5 uova intere

una presa di vaniglina

un pizzicone d’anici

un bicchiere di latte (150 cc)

due bicchierini di Rhum (o Sambuca, o Anisetta, o vino dolce)

una busta e mezzo di lievito per dolci

Inoltre

1 uovo per lucidare

Codette di cioccolato o confettini colorati di zucchero per guarnire

Preparazione

Dopo aver sbattutole uova con lo zucchero in una zuppiera, vi si mescola la farina e il burro che avremo intiepidito per renderlo abbastanza fluido ed il resto degli altri ingredienti. Impasteremo bene ricordandoci di unire, alla pasta, per ultimo gli anici. Lasceremo riposare l’impasto per poco tempo, quindi lo spianeremo sulla spianatoia, poco per volta, formando uno strato alto poco più di mezzo centimetro che taglieremo con le apposite stampine sagomate, taglienti, rimpastando continuamente i ritagli. I befanini stesi su una teglia unta con un altro poco di burro e leggermente infarinata (oppure potete usare la più moderna carta forno), si lustrano, usando una penna, pennellandoli con un poco d’uovo sbattuto e quindi si decorano con codette di cioccolato o confettini multicolori di zucchero. Infornare in forno non troppo caldo (170°) dove rimangono per circa una ventina di minuti, più o meno, cioè il tempo necessario che gli permetta di raggiungere un bel colore dorato asciugandosi completamente.

Buona dolce Epifania a tutti!

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Fin da piccola ha una passione per la danza classica che inizia a studiare a 50 anni; è inoltre autrice di un goloso blog di cucina.
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