LE DIS-AVVENTURE DI ESTELA: QUANDO IL BODY POSITIVE NON È POI COSÌ POSITIVO 

Il termine Body Positive nasce – più o meno ufficialmente – tra il 2010 e il 2011, grazie ai numerosi post social di donne considerate oversize che celebrano orgogliosamente il loro corpo. Ben presto, però, il movimento Body Positivity assume un significato più ampio: dare un messaggio positivo a chi non ha un corpo “normale”, cioè che non rispetta gli standard globali. Un’autoproclamazione che denuncia il desiderio di essere considerati, di diventare parte del mondo senza doversi giustificare. Un messaggio di positività, il cui scopo è anche contrastare body shaming e body negativity. 

Trovare le parole giuste per scrivere questo articolo non è stato così semplice. Parliamo di body positive: avete mai pensato che forse non tutte le persone che promuovono il body positive siano poi così positive? Quando mi sono avvicinata a questo movimento sociale ho iniziato un percorso che dura ancora oggi, perché è un concetto che non finisce con due perle di accettazione e basta; non tutti i giorni ho voglia di accettarmi e di vedere il lato buono. Ci sono quelle persone che mi obbligano ad essere sempre positiva ad accettarmi tutti i giorni, quando in realtà non è così. Siamo essere umani ed abbiamo dentro di noi continue emozioni contrastanti, l’Estela di oggi non è più quella di ieri e non è ancora quella di domani. Ma a loro non importa, per loro io dovrei essere positiva e sprigionare la mia contentezza verso me stessa tutti i santi giorni e guai se non è così. Mi fanno sentire come uno scarto, solo perché quel giorno i miei rotolini di ciccia mi danno fastidio e non li vorrei. “E ti arrendi così alla società, brava è proprio quello che vogliono”. Che poi io non facevo nemmeno quel che volevano i miei genitori, figuriamoci se mi lascio imporre degli standard da altre persone. Come mi sento è affar mio e non va a sminuire le cause per cui combatto.  

Poi abbiamo la categoria di coloro che io personalmente chiamo i “So tutto io e quello che pensi tu è carta straccia”. Cioè se qualcuno non è d’accordo con quello che dicono lo attaccano e lo fanno sentire come se fosse l’essere umano più terribile, facendogli anche vivere quella sorta di bullismo che hanno subito loro e che magari è poi stata la leva che li ha spinti verso il body positive. Certo, dobbiamo anche capire la gravità dei commenti. Se sono offensivi sei nel tuo diritto di replica, magari senza scendere ai livelli bassi di chi ti ha preso di mira, ma puoi anche decidere di non essere così carino e gentile perché non lo sarei nemmeno io, d’altro canto a nessuno piace essere insultato. Ma se io commento con la mia opinione e lo faccio con educazione e l’intenzione di aprire un dibattito costruttivo, anche se la pensiamo diversamente, perché tu devi riempirmi di parole finendo così per mettere in cattiva luce una causa per cui ci sono diverse persone che si battono in maniera civilizzata tutti i giorni? Il tuo rinchiuderti in una bolla e voler far passare solo quello che pensi tu per giusto non è diverso da quello che la società ha imposto a tutti, cioè grasso = male/ cattivo e magro= sano/perfetto. 

(foto: Google Immagini)

Ma credo che il premio dei meno positive vada alle persone che mi criticano perché voglio migliorarmi. Io dico sempre che per me la body positive finisce quando il tuo corpo t’impedisce di vivere e fare le cose che ami. Non parlo di taglie, parlo di salute. Parlo dei due estremi, perché sia l’obesità grave e patologica e sia l’anoressia nervosa e patologica sono malattie, ma purtroppo ultimamente entrambe le malattie vengono romanticizzate come se averle fosse qualcosa che ti fa essere alla moda.

Accettarmi è una bella cosa, ma va bene anche che io mi prenda cura di me stessa: se vedo che il mio peso minaccia la mia salute, voler migliorare o cambiare è un mio diritto. Per me è questo che significa essere positivi verso se stessi.  

Quest’ultima parte mi ha toccato in prima persona in questi ultimi giorni. Ero felice di essermi iscritta in palestra, di tenermi attiva non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale, perché per me fare esercizio è un momento di terapia quasi come andare dallo psicologo. Una ragazza mi ha scritto questo, rispondendo a una mia storia: “Brava! Vedo che alla fine anche tu vuoi diventare uno stecchino, è per questo che nessuno ci prende sul serio”.  

Uno dei miei momenti preferiti della giornata

Ci sono almeno 2 cose sbagliate in quello che mi ha scritto questa ragazza.

La prima è la parola stecchino, termine che denigra le persone con una fisicità diversa dalla sua. Non va bene, perché se vogliamo essere uguali non è mettendo come cattivo e brutto tutto quello che è opposto e diverso da noi. Anche perché noi sappiamo bene com’è brutto essere messi in cattiva luce dagli altri, non è vero?

La seconda cosa è il fatto che la ragazza mi abbia criticato perché ho deciso di andare in palestra. Cosa c’è di male? Non vuol dire che io non accetti il fatto di avere un corpo fuori dagli standard di bellezza perché mi vedo, casa mia è piena di specchi e sono cosciente della mia fisicità. Ma dopo aver passato un anno difficile per quanto riguarda la mia salute, in cui sono stata costretta più a letto che fuori, io ho voglia di rimettermi in sesto, di allenare qualche muscoletto per riuscire a stare in piedi. Anche perché soffro di bulimia nervosa ed ultimamente la tendenza è quella di non voler mangiare, arrivo a vedere il cibo come un nemico e quindi starei anche tutto il giorno soltanto a bere acqua e nient’altro. Il fare una qualche attività fisica fa in modo che la mia testa stia zitta e non mi condizioni a fare cose che andrebbero a peggiorare il mio stato non solo mentale, ma di salute. E questo mi porta ad essere non solo positiva verso me stessa ma anche verso la vita.  

In conclusione, fate ciò che volete, combattete contro i pregiudizi nella maniera che si adatta di più al vostro carattere, al vostro sentirvi voi stessi. Non lasciate che gli altri vi facciano sentire inadeguati. La body positive non vuol dire soltanto accettarsi ma anche migliorarsi ed essere una versione ancora più splendente di noi stessi, aiutando le persone a capire quanto sono magnifiche e meravigliose.    

Estela 

Un sagittario di quelli che il suo segno zodiacale lo vivono. Amante dei viaggi, delle cose belle della vita e delle emozioni forti che le facciano sentire l’adrenalina del vivere. Estela è ancora cerca della sua strada e della sua vera vocazione, anche se crede che potrebbe fare la scrittrice per sempre. 

Ringraziamo tutti coloro che si impegnano per la crescita del CURVY PRIDE BLOG, impegnandosi nel volontariato.

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I LOOP DI AGATA – LE MIE SFUMATURE D’AMORE.

Questo è il diario di Agata. Chi è Agata? Sono io, sei tu. È la tua migliore amica, tua sorella, la vicina di casa che canta mentre stende i panni. È la donna romantica che piange guardando un film, la guerriera che si sveglia presto per andare al lavoro e che si destreggia tra figli, famiglia e doveri. Agata convive con i suoi loop, invadentissime paranoie tutte femminili che la mettono spesso in difficoltà di fronte alle cose della vita. Adesso ha deciso di tenerne un Diario. Un bel Diario in cui scrivere tutto quello che le passa per la mente. Per scoprire se riesce a conoscersi un po’ di più, per condividere i suoi pensieri. Per se stessa, per te.

Caro Diario,

la parola amore torna come un boomerang con una delle sue migliaia di sfumature. Questa volta solo per ricordarmi che non dato retta al mio istinto e che per andare bene agli altri non ho seguito la mia natura. Per me l’amore è tante cose in diversi modi. Ma oggi mi concedo di parlarti di Lei. si Lei, hai capito bene. Inutile ricordare che sono bravissima ad incasinarmi la vita, inutile sperare che ci sia qualcosa che non sia passato a bussare alla mia porta mettendo in disordine nuovamente tutto.

Sono bisessuale, oh mio Dio quanto è liberatorio. Non che non si sappia. Ho fatto un comingout velato, ma c’è da dire che ho una valida “copertura”. Non è una bella parola, i miei figli sono tutto meno che una “copertura”, ma siccome ho dovuto far finta per tutta la vita di essere qualcuno di diverso dal mio vero io la definisco così. Molti darebbero definizioni particolari a questo tipo di amore: devianza sessuale, condizione, moda, cataclisma (rido) perché anche amare è diventato un lusso. “Mi piace amare, non importa chi tu sia, importa la grandezza di ciò che riesco a provare con te”… “coooooosaaaaa??? Per caso ti ha dato di volta il cervello?” “Shhhh non dirlo a nessuno, che figura!” Lo trovo stancante. E allora per stemperare quest’atmosfera cupa canto una canzone:

“Dimmi che male c’è, se ami un altro come te, l’amore non ha sesso, il brivido è lo stesso lo forse un po’ di più.Nel cammino dell’amore
Scende sempre quel dolore dentro te
C’è chi ti guarda con disprezzo
Perché ha il cuore di un pupazzo dentro
Se a chi dice che non sei normale
Tu non piangere su quello che non sei
Lui non sa che pure tu sei
Uguale a noi e che siamo figli dello stesso Dio”

Sono solita fare percorsi a ritroso perché sono credo possano aiutarmi a comprendere al meglio i miei errori ed aggiustare il tiro ove necessario. Sono molto critica nei miei confronti e spesso mi dimentico di concedermi delle attenuanti. Ho vissuto tantissimo coi sensi di colpa ma di recente ho proprio deciso di smettere. Credo di meritare un pochino di pace interiore anche io.

Fin da bambina sono stata circondata da cliché: “Devi fare questo perché è giusto, quest’altro perché è previsto e perché quell’altro, insomma sei diversa da tutti gli altri quindi almeno non fare altri errori”. Riassumendo essere “diversi” è un errore quindi figuriamoci dichiarare una bisessualità. Secondo me mi avrebbero portata dall’esorcista. Ora ci rido ma ci sono persone che si sono fatte del male davvero per queste reazioni sconsiderate da parte di chi dovrebbe solo donarti amore, insegnamenti, comprensione. Che fatica!

È come se ora fossi libera da una prigionia durata anni.

E allora confesso: mi sono innamorata di una donna, lei è perfettamente imperfetta. È piccolina di statura ma il suo sorriso la fa sembrare altissima. La sua energia è contagiosa e mi lascia senza fiato. I suoi occhi raccontano una storia difficile ma il suo cuore ha la meglio facendola sembrare invincibile e imperturbabile. So che non è così ma mi piace pensare che nulla la farà mai più soffrire.

Non ci sono foto nostre ma nel mio cuore ci sono tatuati tutti i momenti che siamo riuscite a passare insieme. Ho scelto di non dirle niente perché credo, purtroppo di non poter essere felice. E so che è incoerente con quanto detto prima ma sono convinta che gli stereotipi dai quali sono circondata da sempre mi abbiano inevitabilmente seguita fino a qui impedendomi di aprire il mio cuore totalmente. Il desiderio di sentirmi al sicuro è fortissimo. Vorrei smettere di far galoppare la mia mente e lasciare che qualcuno mi faccia sentire al sicuro. Abbassare di nuovo la guardia affinché possano amarmi incondizionatamente semplicemente perché sono io. Mi manca tantissimo quella sensazione. Quella sensazione che credo di non aver ancora provato per nessuno è con nessuno.

Non riesco più ad aggiustare il mio cuore ormai fatto di porcellana.

Chiedo scusa a me stessa di non permettermi di amare e lasciarmi amare come vorrei.

A presto Agata

SONO OMOSESSUALE E NON C’È NULLA DA ACCETTARE. NE HO PARLATO IN RADIO

Fin da bambina, Valentina era innamorata di una sua compagna di scuola. Si sedeva vicino a lei e le dedicava mille attenzioni. Era normale, lo sentiva nel suo cuore. Cosa c’è da accettare?

Mi chiamo Valentina, sono socia di Curvy pride e da qualche mese scrivo per il blog di ciò che mi frulla in testa. Quando Simona (D’Aulerio, ndr) mi ha chiesto di andare in radio a parlare di me, ho pensato: “Ma cosa devo dire d’importante? La gente si aspetterà una vita piena di tragedie o situazioni paradossali, meritevoli di essere raccontate!” Invece, a pensarci bene, quello che attrae è la normalità, dato che è così difficile trovarla. Quindi ho cominciato a pensare e mi sono tornati in mente vari ricordi.

Quando ero piccola, la mia bisnonna mi aveva regalato uno di quei diari che si chiudono con il lucchetto. C’era disegnata Mafalda che citava: “Solo brutte notizie”. Ecco, questo mi rimanda un po’ a quello che viviamo quotidianamente. È per questo che abbiamo proprio bisogno di normalità, condita ovviamente con un po’ di eccentricità, sennò ci si annoia.

Mi piace scrivere per il blog. Scrivere che è la mia prima passione, lo facevo fin da bambina. Potrei dire che ho imparato prima a scrivere e poi a parlare! Ma per Curvy Pride la mia missione è rappresentare la normalità di essere omosessuali.

Che poi normalità è un’altra di quelle parole che mi urtano, perché chi è a definire cosa è normale e cosa no? Chi ha i canoni? Ci sono delle linee guida? Della serie: sono al punto XYZ del decalogo?

Una parola che mi piace tantissimo e a cui ho dato un valore nuovo è UNICITÀ. Ne ha parlato anche nel suo monologo a San Remo Drusilla Foer. Siamo tutti unici. Per colore degli occhi, dei capelli, dei tratti somatici, per indole, passioni, identità sessuale. Ognuno rappresenta se stesso ed è la cosa più bella in assoluto: non conformarsi a niente.

Io nel mio essere individuale sono Valentina, questo è il mio nome. Ho un lavoro, una casa, degli amici, vivo a Bologna che per me è la città più bella d’Italia. E sono omosessuale. Sono unica, perché quante altre persone possono definirsi esattamente identiche a me? Con qualcuno ci assomiglieremo ma non esisterà in tutto l’universo una persona identica a noi stessi. Che poi io non capisco perché chi è omosessuale è tenuto a doverlo dire! Non è che “Carmelo padre di tre figli, magazziniere a Palermo” deve dire “Io sono Carmelo e sono etero!” Cioè, la vita va avanti lo stesso e siamo felici anche senza saperlo, no? La vita va avanti lo stesso e cosa cambia sapere se Valentina, Giulia, Martina, Annalisa, Stefano e Luca hanno un’ indole sessuale o un’altra? Ci cambia qualcosa?

(Mi scuso se c’è un Carmelo palermitano che si è sentito chiamare in causa).

Da bambina ero già innamorata di una ragazzina. Per me era naturale, il mio cuoricino mi portava da lei e pensavo fosse una cosa giusta; quindi le regalavo gioiellini, le davo la mia merendina e volevo sedermi sempre vicino a lei.

Crescendo, ho capito che la società si aspettava che avessi accanto un ragazzo alla mia altezza: non fisica perché non sono alta, ma di qualità. All’epoca ero magra, con i capelli lunghi e addominali scolpiti. Mamma -e nonna soprattutto- volevano che portassi a casa il classico principe. Ed invece.

La mia vittoria più grande è stata quando a 23 anni ho detto di me, prima a nonna e poi a mamma. Non è stato facile per una famiglia borghese, cattolica, con una goccia di nobiltà nelle vene, apprendere la notizia. Ma oggi con mamma parlo di tutto, tra cui anche questo. Questa è l’unicità. Questa è l’unica cosa che conti. Il poter essere noi stessi senza bisogno che ci sia un’accettazione perché non c’è nulla da accettare. Sono solo consapevolezze che ognuno è diverso e come tale va trattato, con una sensibilità più o meno pronunciata.

Il mio sogno -e Martin Luther King riecheggia dentro di me-  è che si possa arrivare ad avere lo stesso candore che avevo io da bambina, non solo in una città inclusiva come Bologna, ma ovunque. Il candore per il quale una persona ci prova con un’ altra semplicemente perché quella persona gli/ le piace.

Ecco di cosa parlerò in radio: della mia storia, di quello che sento dentro, di come un orientamento sessuale non deve essere fonte di discriminazioni o di etichette. Siamo unici, siamo meravigliosi.

Puoi ascoltare la mia intervista in Radio RID96.8 QUI

Grazie a RADIO RID96.8 e a CURVY PRIDE-APS per l’opportunità.



Ringraziamo tutti coloro che dedicano il proprio tempo alla gestione e alla crescita del CURVY PRIDE BLOG, impegnandosi nel volontariato.

SE IL DOPO E’ FATICOSO RIPARTI DAL TUO ESSERE DONNA…

Questo articolo nasce da emozioni del momento, avevo infatti già programmato di scrivere tutt’altro ma stiamo vivendo un particolare momento storico, dovuto alle vicende che purtroppo ci ha portato il maledetto virus e parlando con amiche conoscenti e proprio ieri sera con un’altra socia di Curvy Pride, sento una grande difficoltà in questa ripartenza, vuoi per timore, vuoi perché stiamo vivendo purtroppo una grande crisi economica.

E allora ho sentito l’esigenza di evidenziare cosa significa per me essere donna, per indurre chi in questo momento è in difficoltà a riflettere per trovare il modo di ripartire, semplicemente dall’essere donna

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata. Queste parole le ho fatte mie tratte da un brano del libro La rabbia e l’orgoglio (Milano, Rizzoli 2004) di ORIANA FALLACI.

Oriana Fallaci

Soltanto in età matura ho capito cosa significa per me essere donna e ho iniziato ad apprezzarne gli innumerevoli vantaggi.

Tante di voi purtroppo stanno o hanno già perso il lavoro, o comunque gli è stato ridotto l’orario guadagnando molto di meno, in tante di voi leggo il grande smarrimento la domanda che gira in testa notte e giorno, “da dove riparto?”

Ti parlo per esperienza, perché starai pensando facile scrivere un articolo, ma cosa ne sai tu cosa si prova?

In realtà ho un bel bagaglio di esperienza su questo argomento.E’ capitato anche a me più di una volta di perdere il lavoro, mi è successo quando l’azienda dove lavoravo è andata in fallimento, ero in maternità e BOOM! arriva la famosa telefonata, mi è capitato quando un’altra azienda dove lavoravo decise di vendere, e chiaramente chi acquistava aveva già il suo personale e allora non c’erano leggi di tutela che dicevano che dovevi essere riassunto.

Mi è capitato quando il proprietario del negozio dove lavoravo provò a mettermi le mani addosso, allora fui io a lasciare chiaramente il lavoro, mi è capitato quando lavoravo nel negozio di profumeria e avendo due figli piccoli non potevo fare il full time, andai a chiedere il part time e per tutta risposta dopo una settimana mi arrivò la lettera di licenziamento!!!

Ogni volta che succedeva il panico mi attanagliava lo stomaco, e iniziava il tormentone giorno e notte ” e adesso da dove ricomincio?”

Fin quando ricominciare è diventato veramente frustrante, colloqui su colloqui ma le risposte erano sempre NO.

Fu allora che presi la decisione di rimettermi in gioco…basta capi, basta colloqui, basta chiedere per avere ogni volta delle porte sbattute in faccia.

“SI ma da dove comincio? non ho grandi competenze…” pensavo… ma pensavo sbagliato.

Ho iniziato a riflettere…cosa è Essere donna? sicuramente siamo estremamente diverse dagli uomini, per fattori genetici, emotivi, capacita, e allora la prima cosa che mi venne in mente E’…..

Essere donna vuol dire essere versatile, adattarsi a tanti ruoli, avere tante mansioni, (moglie, madre, figlia, sorella amica, nipote, casalinga, cuoca, stiratrice, baby sitter, autista, accompagnatrice, organizzatrice di eventi, infermiera), tutto questo inconsapevolmente ti porta a avere un bagaglio di esperienza notevole: pensi che in tanti anni non hai imparato nulla e non puoi quindi rientrare nel mondo del lavoro, ma in realtà hai un esperienza tale da far impallidire i più quotati manager uomini.

Pensa a come organizzi la tua giornata, parti dalle basi:

  • la mattina ti alzi e inizi col preparare la colazione, e magari anche i cestini del pranzo,
  • vesti i figli,
  • esci e prendi l’auto per accompagnarli,
  • dopo aver lasciato i figli prosegui con commissioni varie
  • spesa al supermercato.
  • Torni a casa e hai una mole di lavoro tra pulizie panni e preparazione dei pasti.
  • Il pomeriggio ti dividi tra fare la maestra (compiti a go-go) e fare l’accompagnatrice tra i vari sport e impegni.
  • Poi ci sono cene da organizzare con parenti e amici menu da scegliere ecc… ecc..

Questo è un esempio di una giornata tipo più o meno di ognuna di noi, lo scopo di questo racconto è che vorrei indurti a riflettere, quante competenze sviluppi nel fare tutte le cose scontate e ovvie della tua giornata?

Se ci pensi potresti fare un curriculum pieno di esperienze lavorative:

  • cuoca
  • autista
  • baby sitter
  • colf
  • sostegno ai compiti
  • stiratrice
  • organizzatrice di eventi
  • Programmatrice di eventi culinari
  • e tanto altro…

Si l’elenco finisce con e tanto altro perché se ci pensi e magari hai anche lavorato fuori casa puoi aggiungere le competenze acquisite con l’esperienza fatta. Ora il mondo sta cambiando e questo è sotto gli occhi di tutti, non soffermarti sul problema attuale, guarda alle possibili soluzioni, guarda anche i tuoi valori, cioè cosa per te è importante.

TI porto il mio esempio, ho fatto una scelta bene precisa, perché oltre alle competenze che avevo scoperto in me, il valore più importante della mia vita, era ed è, la famiglia, i miei figli, volevo e avevo bisogno di lavorare, ma non volevo più stare fuori casa 12 ore al giorno, e non volevo più dover sottostare ad orari, permessi di lavoro, ferie e quant’altro!

Era il momento di dare una svolta….esattamente come lo è adesso, il momento della svolta. Pensa a cosa ti piacerebbe fare, e trova il modo di poterlo realizzare. E’ innegabile che in questo preciso momento l’online è quello che ti dà più possibilità di rimetterti in gioco, inizia a navigare in modo fruttuoso, cerca in base a cosa ti piacerebbe fare attività simili, vedi come potresti svilupparle, se ti servono ulteriori competenze cerca dei corsi online, ce ne sono tanti anche gratis, trova il modo di ricominciare a piccoli passi magari utilizzando i social media non solo per giocare e condividere stupidaggini, ma pensando che sono una grande vetrina per fare business.

Se non ti metti mai in gioco rimarrai sempre uno spettatore

Esempio: potresti vendere prodotti fatti da te, o potresti trovare aziende che ti danno la possibilità di vendere i loro prodotti, potresti fare dei corsi di cucina, potresti dare ripetizioni, potresti fare dei corsi di cucito, potresti fare dei video corsi sull’organizzazione settimanale dei pasti, insomma ci sono infinite possibilità, devi solo trovare il modo di uscire dallo stato inerme e ributtarti nella mischia!!!

La scelta che ho fatto io è diventare professionista di me stessa,lungo il cammino della mia ri-partenza ho conosciuto persone, ho fatto corsi, che mi hanno poi portato ad dare un’ulteriore svolta alla mia vita professionale, perché come dico sempre io “da cosa nasce cosa”.

Voglio sottolineare un dato molto importante: Io non sono una giovane ventenne!!! quindi se ce l’ho fatta io , TU che mi leggi non hai nulla in meno di me!!!!

ESSERE DONNA E’……ESSERE SPECIALE spero con tutto il cuore di averti dato un po’ di ispirazione per ripartire!

Il presente articolo è stato scritto dalla socia e membro dello staff Tiziana Bernardini che dedica del suo tempo alla crescita del CurvyPrideBlog

Un grazie a tutte le socie e i soci che credono nell’Associazione CURVY PRIDE – APS impegnandosi nel volontariato.

Tiziana Bernardini, 49 anni,
dopo aver perso il lavoro svariate volte decide di fare la mamma a tempo pieno fino al giorno in cui sente
quel ruolo troppo stretto e
si rimette in gioco. Diventa una consulente di bellezza e una coach, lavora online e oggi concilia il ruolo di mamma con quello di professionista.
La sua più grande soddisfazione
è aiutare le donne
a rimettersi in gioco a qualsiasi età
trovando il loro benessere
psicofisico ed economico.

@_tiziana.bernardini_
https://www.facebook.com/Coach.TizianaBernardini/
tizianab0471@gmail.com

Felicità Formosa – Curvy a PARMA

Felicià Formosa nasce dell’idea di Valentina & Beatrice per la creazione e divulgazione di eventi “Curvy” su Parma e provincia. Dal motto “in forma con le forme” pensano che una donna debba prendersi cura delle proprie curve con alimentazione sana e attività fisica perchè la bellezza è in ognuna di noi ma cercare di non esagerare con il peso non è solo una questione estetica ma anche di salute.

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Valentina ex taglia 44, ora 48, ma sempre “maggiorata” diventando mamma ha trasformato il suo corpo rendendolo più morbido e si accetta più di prima ma cerca sempre di curarsi con pilates, camminate in compagnia e lunghi giri in bicicletta con i suoi figli. Ama conoscere nuove persone e mettersi gioco senza pregiuduzi e aspettative.

Beatrice è sempre stata una taglia 46/48 e di costituzione formosa, cerca di mantenersi in forma effettuando una palestra mirata 2 o 3 volte alla settimana e ogni occasione è buona per tenersi comunque in movimento tra ballo e calcetto. Ama il divertimento e la compagnia, segue un alimentazione varia ma controllata senza privarsi di qualche dolce!

Il primissimo evento di “Felicità Formosa” si terrà a Fontevivo (PR) e per l’occasione 9 Donne tutte bellissime sfileranno per dimostrare che una donna è meravigliosa nonostante gli anni e le taglie.

Il corpo cambia, è pertanto corretto volerci bene ma senza ossessioni accettando il cambiamento.

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Evento è situato in via Roma, Fontevivo (PARMA)

-Dalle h 20:00 stand gastronomici

-Dalle h 21:30 filata curvy per promuovere la pluralità della bellezza con: Beatrice Coccioli, Valentina Parenti, Sabrina Frazzi, Noemi Topi, Francesca Angelo, Sabrina Motto, Laura Tagliaferro, Silvia Corradin e Mariangela Salmi. Le donne indosseranno gli abiti di “Valentina abbigliamento” di Noceto, verranno pettinate da “Cristal acconciature” e truccate dalla” profumeria Etoile” e sfileranno con VespaClub di Collecchio fotografate successivamente da Mauro Lonati e co. Saranno inoltre dati diversi gadgest alle ragazze partecipanti.

-Dalle h 22:30 Animazione Scuola Movida

NON MANCATE!

 

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Valentina DSC_1207BBBParenti ( @momincolors ) sogna un mondo senza stereotipi di genere, positivo e attento all’integrazione sociale per questo è membro Curvy Pride e della BodyPositiveCatWalk. Valentina educa i suoi figli ad una “vita a colori” ed è il segreto della felicità – #educareallafelicità.

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