QUELLA VOCINA CRITICA CHE TI FA SENTIRE SBAGLIATA

Riceviamo e pubblichiamo con piacere questo articolo di una nostra lettrice.

Ciao, mi chiamo Eleonora. Ho 32 anni e circa un anno fa ho iniziato a riscoprirmi, o forse a scoprirmi veramente. Tutto ha inizio da un momento difficile, un momento in cui il mio corpo decide di bloccarsi, privandomi del ciclo. Questo blocco sembra non essere casuale, perché sono in quel momento della vita in cui sei grande abbastanza per pensare ad avere un figlio, come vuole la società, ma d’altro canto ti senti ancora adolescente e non disposta a sacrificare né le passioni né la vita che fai.

Da brava trentenne la mia vita è andata avanti come da programma, ho un lavoro che mi piace e per cui ho studiato, ho un compagno che amo e che mi ama e una famiglia sempre disponibile e disposta ad aiutarmi. Nonostante queste premesse, dentro di me c’è una vocina critica che deve sempre dire la sue e mi fa sentire sbagliata. Non avrei proprio nulla di cui lamentarmi, ma nei miei pensieri torna ricorrente questa frase: NON VAI BENE. L’ho scoperto da poco grazie alla psicoterapia, e ho anche capito che questo pensiero c’è sempre stato e mi ha spinta a comportarmi in modo da andare bene per gli altri, ma non per me stessa. Il risultato è che mi sono spesso svalutata. È una vocina maledetta che mi porta a rimuginare tra me e me e – in passato come oggi- mi instilla il dubbio che io, le mie scelte e le mie capacità non andiamo bene in determinate situazioni. Lavorandoci, ne ho preso consapevolezza e sto imparando ad arginarla. Anche l’argomento diventare madre innescava tutto ciò: forse gli altri si aspettavano che io mi decidessi, forse avrei dovuto darmi una mossa. Ero arrivata alla conclusione di sacrificare i miei desideri per quelli degli altri e spesso è stato cosi, ma in pratica mi ha fatta stare solo peggio.

Arriviamo ad oggi: ero stanca di pensare e di rimuginare e quindi ho fatto la MIA scelta: è arrivato Ettore, un dolcissimo e pestifero bulldog inglese che ha fatto crollare gran parte delle mie certezze insane, dimostrandomi che quel NON VAI BENE non è vero. Anzi, è l’esatto contrario! Mi ha fatta credere delle mie capacità, prendendo il posto di tutte quelle cose che pensavo fossero priorità ma che invece mi stavano solo distruggendo il fisico e mandando la mente in tilt.

Non sono ancora in grado di definire a parole le emozioni che provo quando vedo Ettore scodinzolare ogni volta che rientro, o semplicemente stare a casa accoccolati, ma so benissimo la sensazione che mi dà: mi riempie di quel calore guaritore che mi serviva per sbloccare il mio corpo. 

Ettore è una parte di tutta questa macchina di cambiamento che si sta accendendo in me, c’è ancora da lavorare e da dire. Lo farò e lo condividerò con voi.

Eleonora.

Io e il mio compagno
Prima uscita con Ettore
Io e Ettore

Ringraziamo tutte le persone che dedicano il loro tempo alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.

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LAVORO E COMPROMESSI: LA PROPOSTA CHE NON SI PUÒ RIFIUTARE

Con la parola disfunzionale si intende ciò che non corrisponde ai propri compiti o fini. Io direi più ciò che fa male. Esistono rapporti che ci causano ferite indelebili. I momenti difficili e i periodi dolorosi ci fanno cambiare. In questa rubrica vi racconterò alcune storie di vita di chi, in qualche modo, ce l’ha fatta.

La storia di Dante

Dante. Dante ha un nome importante, un nome che sa di cultura, di storia, di poesia, di letteratura. Chiunque si chiami Dante dopo il nostro Alighieri ti aspetti sia uno con un carattere forte, predominante, da leader. Ti aspetti che nella vita possa arrivare ovunque e soprattutto possa parlare a chiunque. Forse nella commedia divina si, forse se nascevi a cavallo tra il 1400e il 1500 poteva anche essere così. Il Dante di questa storia però non è così, il nostro Dante è un tipo che si fa schiacciare dalla vita, che non sa farsi rispettare ne farsi le sue ragioni.

Dante è puro, buono e non corrotto dalla vita.

La sua psicologa in un incontro gli dice: “Dante, tu devi capire che le persone sono come Iceberg. Hanno due lati e tu ne vedi solo uno, quello che vogliono mostrare. Come un iceberg tu vedi solo quello che emerge e il resto rimane sommerso.”

“Perché dottoressa? Io non sono così” Dante non si capacita di essere per certe cose fuori tempo, momento ed epoca. Si vede così simile ma così estremamente diverso in ogni situazione della sua vita dagli altri.

Le persone sono come iceberg, mostrano solo la punta di ciò che sono

Dopo l’università cambia vari lavori. Non riesce a trovare posto in questo mondo. È come se sapesse già che sarebbe rimasto deluso dalla vita e allora ne rimane esterno, agli angoli. Si laurea in legge, con una discreta votazione. Per i primi 4 anni prova a lavorare in alcuni studi legali. Questo è il lavoro che gli piace, quello per cui ha studiato, che lo soddisfa, ma purtroppo lo sottopagano e non può nemmeno mantenersi, in più gli fanno fare -come spesso accade- lavori umilianti e non ha modo di sviluppare il carattere e la consapevolezza di se stesso.

Così è obbligato a cercare altre soluzioni. Prova a fare molti lavoretti, ma capisce che è necessario focalizzarsi sulla ricerca di un lavoro concreto full time, in modo da guadagnare uno stipendio dignitoso senza arrivare più a fine mese con l’acqua alla gola. Abbandona lo studio legale e fa altro. Altro che non lo gratifica dentro, non gli parla all’anima ma almeno lo rende indipendente, che è quello che vuole.

Inizia a fare i lavori più disparati. Si butta nelle cose, ha un buon approccio, ci sa fare con le persone. E quindi passa dal barista, al dog sitter, all’agente immobiliare. Finché arriva un contratto stabile con un distributore di materiale idraulico e lui si ritrova a fare il commerciale.

Gli piace stare fuori, in giro tra le persone, e trova sempre il modo di farsi volere bene dai clienti. Per qualche anno funziona e tutto va bene, arriva però il giorno in cui gli viene richiesto di tornare in ufficio perché mancano delle risorse. Lui lo fa ma è triste dentro. Non è quello che vorrebbe, gli manca la parte umana. Dura un anno e mezzo così e poi arriva una nuova proposta, un suo cliente che è un impiantista civile.

Dante, che voleva essere il RE DELLA COMUNICAZIONE, si ritrova ad essere uno che sì deve comunicare, ma deve anche e soprattutto saper VENDERE. Non è mai stato bravo con i numeri, ma questo suo ex cliente gli fa una proposta troppo allettante: un contratto indeterminato, la macchina aziendale, stipendio fisso e provvigione sul venduto. Lui accetta, ma gli sembra di essersi venduto, o di aver venduto la sua anima.

I primi mesi comunque partono bene, Dante piace. vende. Bravura o fortuna? Però ha un ufficio piccolo, in cui tutti conoscono tutto di tutti. Il capo che riferisce i malcontenti dei dipendenti agli altri dipendenti. Ma perché? Dante non capisce. Così tutti sanno le sue tendenze sessuali e quanto guadagna. Cosa c’entra col lavoro sapere se lui è gay, etero o altro?

Il mondo del lavoro e la competizione

Col tempo iniziano i rallentamenti. Il fatturato cala vertiginosamente. Il capo non incolpa Dante, ma non capisce come possa essere. E nessuno lo capisce. Iniziano i dissapori e il capo invita Dante a casa per cena. Gli racconta tutto, tutti gli scoop dell’ufficio, ma soprattutto gli dice che vuole mandare a casa Marco, l’altro commerciale, perché non collaborativo, ma vuole tenere lui che dovrà accollarsi anche le incombenze del collega. Che sono diverse dalle sue e nessuno gliele insegnerà. Che fare?

Per la prima volta Dante pensa di aver sbagliato tutto, che dovrebbe darsi tempo e seguire la sua via e non quella degli altri. È sempre stato scelto ma non ha mai imparato a scegliere. Forse ora è arrivato il momento di farlo.

È meglio tornare sui suoi passi e riprovare a fare il legale, che è quello che vorrebbe davvero, o adattarsi a lavori che non lo gratificano ma che gli permettono di mantenersi da subito?

Questo racconto è scritto da Valentina Casalegno, socia di CURVY PRIDE – APS. Ringraziamo tutte le socie e i soci che dedicano parte del loro tempo alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.

Nata sotto il segno dei gemelli, Valentina ama tutto ciò che è passione allo stato puro. Le piace mettersi in gioco ed è appassionata di scrittura.
Laureata in comunicazione pubblicitaria, ha nel cassetto un libro che vorrebbe pubblicare.
Una delle sue passioni è parlare con gli sconosciuti, ascoltare le loro storie e sapere cosa li ha portati lì in quel momento.
Si definisce “Reporter di vite”, ed è proprio quello che fa attraverso il nostro Curvy Pride Blog.

DONNE A TUTTO TONDO. IL BRUCO E LA FARFALLA

Tondo rimanda a qualcosa di perfetto. Pensate solamente al cerchio di Giotto. A tutto tondo indica ciò che può essere visto, osservato e contemplato da tutti i lati e le donne, a partire dalle loro forme fino ad arrivare al loro universo più completo, ne rispecchiano in pieno il concetto. Obiettivi, speranze, sogni, delusioni e amore. Sì, perché l’amore è tondo. Non lo sapevate?

Ci vuole un cambiamento

Questa personale riflessione parte da una frase stampata sulla stola di un meraviglioso abito, che abbiamo visto tutti.

Se siete curiosi, qui troverete dove è nata la famosa frase. In ogni caso, se fosse stato per me l’avrei messa anche sul davanti, però avrei scritto: Sentiti libera.

Sembra sempre che le donne non debbano fare altro che abbattere paletti! Troppo spesso piantati da loro stesse, è vero, come se dovessero rincorrere un masochistico autosabotaggio. Sembrano voler dire: Se mai la vita fosse troppo facile… che ne pensate di inserire un imprevisto? Le probabilità sono talmente tante che non vengono prese nemmeno più in considerazione. Niente di più sbagliato.

Noi stesse ci siamo strizzate, represse, mortificate in corpetti fin troppo stretti che non ci fanno respirare. In ordine sparso e non per importanza: il matrimonio, il non matrimonio, la convivenza, la non convivenza, la casa, le pulizie, la spesa, i figli, l’accudimento, il lavoro, i nipoti, lo studio, l’amore, l’amicizia, le vendette, i rancori, le delusioni, le passioni, la dieta, gli hobbies, la palestra, il peso, i capelli, il trucco, le rughe… Oh cavolo! Volete vedere che ci manca solo il coraggio per ri-prenderci il nostro tempo? Quello più importante, quello che occorre per liberarci, finalmente e una volta per tutte, di tutti questi fardelli.

A quando il lancio dei tacchi e il tuffo sul divano con un libro?

Già vi sento: ma come faccio? ma che dici? Vi confido un segreto: il mondo andrà avanti lo stesso anche se voi vi fermate. Dai, davvero?! La Terra seguirà la sua rotazione, le stagioni si alterneranno, strampalate, ma lo faranno, anche senza che voi abbiate preso l’ennesimo straccio per rimuovere la polvere. Noo! Come è possibile?!

Il mondo in se stesso non ha difetti, siamo noi che ce li creiamo.

Il sogno di ricchezza, la competizione per essere sempre ai primi posti, il desiderio di avere quanti più followers possibili. Ma poi, tutta ‘sta gente che vi segue non vi mette un po’ d’ansia? A me sì!

Direi che forse è giunto il momento di cambiare dimensione e direzione, abbiamo bisogno di un po’ di tranquillità in più. Ci vuole un cambiamento. Non è facile, ma è opportuno perché senza cambiamenti si ristagna! E voi lo sapete che la stasi fa male a tutto, cellulite compresa.

Basterebbe provare a non fossilizzarsi solo sul conosciuto, ma esplorare. Con curiosità. Cambiare semplicemente il punto di vista e certe volte serve proprio poco per dare una svolta alla propria vita senza insistere sulle stesse cose – abitudini, persone – ma cambiando strategia di attacco.

Come? Con consapevolezza, motivazione, superamento delle resistenze.

Valutare con calma la situazione per distinguere ciò che va opportunatamente cambiato, che poi sarebbe quello che non ci fa più stare bene, da ciò che occorre accettare così come è – magari cambiando il nostro atteggiamento in relazione al fatto specifico. La chiave di s-volta siamo sempre noi.

Esempio sciocco. Tanti vanno in palestra per sentirsi fighi – sì, una gran parte delle persone lo fa per questo, solo per farsi vedere. A me non va. Non mi piace per niente. Allora cerco di camminare un po’ di più, faccio una piccola cosa per me stessa e mi sento meglio. Ho raggiunto un compromesso. Un piccolo contributo all’accettazione del sé.

Non facciamoci sempre trasportare da ciò che vogliono gli altri, da cosa fanno, da cosa vorrebbero che facessimo noi. Anche le scritte, quando usate solo come slogan, lasciamole perdere. Non contano. Non sono importanti, non quanto noi stessi. Oh per favore! Qui ci starebbe proprio bene la famosa frase del Marchese del Grillo!

Perdonatemi, ma è solo per dire che la parte importante dell’equazione siamo proprio noi e che abbiamo tutti gli strumenti per farlo, per abbattere quei paletti che ci siamo costruiti per rimanere ancorati nella comfort zone, per sentirci sicuri anche se oppressi. DRIIN! SVEGLIA!

Insomma, noi abbiamo desideri, voglie, sogni, aspettative, progetti. Sono nostri e non degli altri. Viviamoli.

Per seguire la strada del voglio fare serve una motivazione, occorre vincere qualche resistenza, io ci sto lavorando. Perdere qualche valore acquisito non vuol dire perdere l’identità fino a questo momento raggiunta. Potrò solo essere migliore. Il cambiamento porta questo.

Foto di Miriam Fischer da Pexels

Facciamo come il bruco e la farfalla… una volta acquisita la nuova conoscenza, prendiamo il volo. Anche da soli se occorre. Il cielo è grande e, se ci dovessimo sentire soli, incontreremo certamente qualcuno come noi per continuare i nostri viaggi avventurosi.

Vi anticipo che il prossimo mese, prendendo proprio spunto da questo articolo, ci sarà una sorpresa. Per voi… così come lo è stata per me.

La vera libertà è essere quelle che siamo. Sempre.

Per essere la protagonista del prossimo articolo SCRIVIMI QUI

Sono nata nel 1968 – contate in silenzio – a Roma.
Mi muovo esclusivamente con i mezzi pubblici perché non guido e non potrei mai vivere senza Trastevere, il Colosseo, le stupende fontane della Capitale e i fastidiosi sampietrini.
Da che ho memoria ho riempito di scarabocchi tutto ciò che ho avuto la fortuna, o la sfortuna fate un po’ voi, di avere a portata di mano: dal muro di casa dietro il divano del soggiorno (avevo quattro anni), a ritagli di carta, quaderni e diari. Da allora è stato un susseguirsi di poesie, racconti, romanzi e favole per bambini, il tutto condito da premi, pubblicazioni e gratificazioni varie.
Golosa di dolci e di emozioni. Amante di viaggi e fotografie. Adoro Vasco e i Queen… sì, lo so che sono agli antipodi, ma così è!
Se vuoi contattarmi in privato, scrivimi qui: cristiana.ian@libero.it

I RACCONTI DELL’ANIMA: ELEONORA MURARI. DA OGNI CICATRICE HO SEMPRE COLTO UN INSEGNAMENTO

Oggi conosciamo Eleonora, una giovane donna e mamma di 40 anni che ha nell’anima una grande determinazione e una forza incredibile. I suoi occhi raccontano la storia di una guerriera che non si è mai fatta piegare dalle sfide della vita ma è risorta sempre più determinata e sicura di sé, conservando il suo sorriso aperto, sincero e coinvolgente.

Oggi Eleonora è una donna realizzata, mamma orgogliosa di due splendidi ragazzi che l’hanno sempre sostenuta e spronata, con tanti progetti importanti che vuole realizzare nel suo futuro. E sono certa che li realizzerà, perché Eleonora è vulcanica, non si abbatte mai e ci insegna con il suo sorriso tenace che volere è potere.

Foto di Piero Beghi

Il tuo non è tanto un lavoro quanto una missione di vita, come lo vivi?

Lavoro come Operatore Socio Sanitario. Dopo varie esperienze lavorative in diversi ambiti sanitari (domiciliari, diverse rsa, comunità alloggio, cure palliative, rsd, spdc), da quasi due anni lavoro presso una scuola per bambini disabili come seconda figura educativa. È vero anche che avevo inizialmente pensato di concludere la mia carriera, cercando un lavoro diverso, perché vent’anni di turni notturni erano stati sufficienti! Ma sentivo di avere ancora molto da dare a livello empatico e professionale: da qui la scelta di quest’ultima realtà lavorativa per completare la mia carriera! Oltretutto il destino ha voluto che anche mia figlia stia facendo la mia stessa esperienza lavorativa nella stessa scuola.

Sei una donna forte, con un’energia coinvolgente sei sempre stata così?

Se riguardo il mio passato, vedo una bimba obbligata dalla vita ad essere autonoma precocemente. Ho un fratello maggiore e uno minore affetto da disabilità, sono cresciuta alla svelta! Poi vedo una ragazza con un grande bisogno d’amore ma determinata ed energica che affronta la vita a muso duro. Infine vedo, nei miei ultimi anni, una donna combattente che si è rialzata tutte le volte che la vita le ha fatto lo sgambetto atterrandola!

Ci sono stati degli episodi legati alla tua vita che ti hanno ferita profondamente?

Tanti eventi della vita mi hanno ferita profondamente, ma la diagnosi di due malattie rare incurabili e la sedia a rotelle sono state una prova molto dura da superare. Da ogni cicatrice ho sempre comunque colto un insegnamento e un input per essere la versione migliore di me stessa! Per molti anni la mia comfort zone si è adattata agli altri e qui mi spiego meglio: tutti noi apparteniamo a un nostro mondo contenente un nucleo; il nucleo del mio mondo era la felicità altrui, ero felice se chi era vicino a me era felice!

Dove hai trovato la spinta per uscire dalla tua comfort zone e prenderti le tue rivincite?

Dopo diversi eventi negativi, nel 2017 qualcosa in me inizia a muoversi: decisi che era arrivato il momento di cambiare il nucleo del mio mondo ed evolvere. Nel mio nucleo iniziai a mettere l’amore per me stessa e la ricerca della mia felicità! Questo mio grande cambiamento -non facile- inizialmente ha destabilizzato chi mi stava vicino e qualcuno si è anche allontanato a causa della difficoltà di comprendere il motivo per cui avevano perso la centralità.

I tuoi figli che ruolo hanno avuto in questo tuo percorso di vita e cosa pensano di questa mamma così forte e dinamica?

Ho continuato con grande determinazione a costruire la mia strada fatta di amor proprio, autostima e consapevolezza del mio valore e ho avuto la fortuna di percorrere questo nuovo sentiero di vita insieme a due complici speciali: mia figlia Giulia, oggi 19 anni e mio figlio Gabriele, oggi 16 anni. Loro sono la ragione del mio vivere, il motivo di tante sfide superate con grande forza e tenacia con la consapevolezza di avere la grande responsabilità di essere un esempio. Da qui, dopo due anni di stop pandemico, rinasce la voglia di rimettermi in gioco con nuove esperienze personali supportate da Giulia e Gabriele che hanno sempre dimostrato orgoglio e stima per questa madre sola, fragile ma difficilmente distruttibile!

Sei stata una delle 12 modelle scelte per il Calendario “Curvy Love, Total White” 2023 di Piero Beghi, cosa ha significato per te prendere parte a questo progetto?

Essere stata scelta per il calendario “Curvy Love, Total White 2023” è stato il sigillo dei miei primi quarant’anni, la rivincita di tutte le sfide che ho superato, il cerotto sulla bocca di tutti coloro che almeno una volta mi hanno disprezzato, giudicato e sottovalutato ma soprattutto ha rappresentato l’inizio di una nuova avventura e di nuovi progetti! Questo calendario mi ha permesso di conoscere persone speciali come Piero e Michela ma soprattutto di arricchire il mio viaggio con delle donne meravigliose compagne d’avventura dalla quale ogni giorno imparo qualcosa, perché io continuerò a vivere imparando!

Oggi ti senti una donna realizzata e felice?

In questi anni il mio percorso interiore mi ha permesso di sentirmi una donna felice, realizzata e orgogliosa di se stessa per gli obiettivi raggiunti nei miei primi quarant’anni!

Cosa vuoi chiedere al tuo futuro? Hai dei sogni nel cassetto che vuoi realizzare?

Per i miei secondi quarant’anni ho altri progetti in cantiere da realizzare: vorrei ottenere una laurea, vorrei intraprendere una carriera secondaria nella musica o nella moda ma il sogno più grande per il futuro è poter assistere al successo dei miei figli e continuare ad essere un esempio di positività, forza e determinazione!

Lascia un messaggio a tutte le lettrici e i lettori del blog di Curvy Pride che ancora hanno difficoltà a trovare quella forza interiore e ad amarsi per le meravigliose anime che sono

A chiunque leggerà questo articolo vorrei solo suggerire di cambiare il nucleo del proprio mondo e ripartire da meno di zero (cit. di J-Ax). Non è stato per nulla semplice ma ne è valsa la pena!!!

Se ti fa piacere dicci dove possiamo trovarti sui social

Potete trovarmi su fb come Eleonora Murari e su Instagram come “nel.dubbio_mi.amo

Ringraziamo tutte le socie e i soci che contribuiscono alla crescita del Curvy Pride Blog, impegnandosi nel volontariato.

Laura De Vincentis è parapsicologa e modella curvy.
A 52 anni conosce un famoso fotografo italiano e inizia la sua carriera come modella curvy, acquisendo una nuova consapevolezza di sé, imparando ad amare e accettare il proprio corpo incondizionatamente. È attiva contro il body shaming e la discriminazione basata sull’aspetto fisico.
Fin da piccola ha una passione per la danza classica che inizia a studiare a 50 anni; è inoltre autrice di un goloso blog di cucina.
“È per me un onore fare parte della grande famiglia di Curvy Pride, perché mi permette di condividere il mio percorso di vita e stimolare le persone, attraverso la mia esperienza, a credere in se stesse, ad amarsi e soprattutto a tirare fuori i sogni dal cassetto per realizzarli con la forza dell’intenzione. Perché volere è potere!”
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I RACCONTI DELL’ANIMA: DEBORA GOY E LA FORZA DEL SORRISO

Oggi conosciamo Debora, una giovane donna di 38 anni, socia di Curvy Pride, dal sorriso contagioso. Uno di quelli sinceri, coinvolgenti, solari, che abbracciano chi li riceve e regalano una ventata di energia positiva, una sferzata di vita. Quello di Debora, in particolare, racconta dell’evoluzione dell’anima, di un percorso di vita e di accettazione di sé non sempre facile e indolore.

Dietro quel sorriso c’è una ragazza che, con la sua forza interiore, ha superato la sua timidezza contro i pregiudizi e gli stereotipi di certi canoni di bellezza, è uscita dalla sua zona d’ombra e ha ritrovato l’amore per se stessa e la sua autostima. Ha realizzato che là fuori l’attende una vita meravigliosa tutta da vivere.

Foto di Piero Beghi

Che rapporto hai avuto da bambina e da adolescente con il tuo corpo?

Devo premettere che io sono una persona estremamente timida e questa caratteristica, unita alla mia fisicità, ha fatto sì che il rapporto che ho avuto con il mio corpo da bambina, da adolescente e poi da giovane donna sia stato sempre molto difficile. Da piccola ho subito poche situazioni di bullismo, sempre limitate alla presa in giro verbale, ma ciò che più mi ha condizionata è stato proprio il percepirmi in qualche modo diversa dagli altri bambini.

Questa percezione è stata sempre acuita dal fatto che all’epoca – parliamo della fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 – le case di abbigliamento producevano solo capi per taglie standard e mi ritrovavo sempre ad indossare capi da ragazzo o da uomo, sapientemente riadattati in casa con orli ed elastici, ma comunque diversi da quelli delle mie compagne di scuola.

Con l’arrivo dell’adolescenza questa percezione è aumentata. A quell’età, come tutte le ragazze, guardavo le vetrine, entravo nei negozi di abbigliamento per scoprire, ogni volta, che la mia taglia non c’era mai. I capi che mi piacevano erano disponibili solo in versioni normali, e non perché quelli più grandi fossero in magazzino, ma proprio perché non esistevano.

Crescendo, con qualche soldo in più in tasca e con l’avvento dell’e-commerce, le cose sono cambiate ma il senso di inadeguatezza che ho vissuto per anni ha avuto dei riflessi importanti sulla mia autostima.

In adolescenza e poi da giovane donna, quando dovrebbero nascere i primi amori e le prime infatuazioni, non sono mai riuscita a vedere e percepire l’apprezzamento e il corteggiamento da parte di un uomo. Ero talmente convinta di non poter piacere, da non prendere nemmeno in considerazione questa possibilità.

Oggi che rapporto hai con il tuo corpo?

Il rapporto con il mio corpo, negli ultimi 3/4 anni, è profondamente cambiato. Ho imparato ad apprezzarmi e a vedermi in qualche modo normale, pur essendo consapevole di essere grassa. Ma questa è la mia normalità. Faccio sport e cerco di alimentarmi bene, senza che questo diventi il mio unico scopo nella vita. Ho capito che chi ti svilisce facendo leva sull’aspetto fisico è colui che non ha argomenti vincenti per contrastarmi lealmente. L’ultimo tassello, ovvero il passaggio dall’accettarmi al piacermi, l’ho messo grazie alla recente esperienza del Calendario Curvy Love 2023 promosso e ideato dal fotografo Piero Beghi.

Ricordo che al casting ha chiaramente percepito le mie difficoltà a mostrarmi e a stare davanti all’obiettivo con il mio carico di emozioni e, in qualche occasione, ha interrotto gli scatti e si avvicinato a me, mostrandomi qualche anteprima delle foto e dicendomi: “Guarda, sei molto bella!” In effetti, quando poi ho visto le foto selezionate per il casting e quelle per il calendario, mi sono resa conto che Piero aveva proprio ragione!

Cosa ti ha spinta a metterti in gioco, a uscire dalla tua comfort zone per rinascere?

In alcuni momenti della mia vita, sia da adolescente, che in età più adulta, mi sono resa conto che la mia timidezza mi stava facendo perdere terreno rispetto ai miei coetanei e in alcuni casi faceva sì che il mio punto di vista non fosse mai considerato. Grazie a preziosi spunti ricevuti a scuola, nello sport e sul lavoro, ho imparato man mano a superare e vincere questa forte timidezza e a far ascoltare la mia voce.

Dapprima ho imparato a farmi accettare ed apprezzare dal cosiddetto branco che, specialmente a scuola, mi ha dato protezione contro il bullo di turno; successivamente, acquistata un po’ di autostima, sono riuscita a valorizzarmi e a ritagliarmi il mio spazio nella società. Ad un certo punto, ho deciso di applicare lo stesso impegno nell’accettazione e la valorizzazione del mio corpo. Ho avuto e ho ancora bisogno del supporto di chi mi sta intorno e l’esperienza con Piero Beghi è stasa decisamente preziosa per la mia autostima e la mia autodeterminazione.

Foto di Piero Beghi

Sei una donna molto forte e determinata, da dove arriva questa forza?

Grazie! Sinceramente non mi sento così forte e determinata, forse proprio perché conosco bene i miei limiti e le mie debolezze, ma sicuramente, uno slancio importante nasce dal non voler passare tutta la mia vita nell’ombra, vittima di una società e di persone che cercano con il condizionamento e la manipolazione, di svilirti a proprio vantaggio. Ovviamente, in questo percorso, ho avuto la fortuna di incontrare tante bravissime persone, capaci e pazienti che talvolta mi hanno presa per mano e mi hanno permesso di crescere.

Se guardi tutto il tuo percorso di vita ti senti felice oggi?

Sì, sono molto felice, non credo che la bambina di ieri sarebbe mai riuscita a immaginare la donna di oggi.

Se guardi sulla linea del tuo futuro, cosa vedi?

Questa è per me una domanda molto difficile. Non so cosa mi riserverà il futuro, ho imparato a raccogliere ciò che di buono la vita mi ha portato, più che cercare di rincorrere sogni e obiettivi particolari. Diciamo che cerco di ottenere il massimo da ciò che ho a disposizione.

Lascia un messaggio a tutte le lettrici e i lettori del blog di Curvy Pride che ancora hanno difficoltà a trovare quella forza interiore e ad amarsi per le meravigliose anime che sono

Il mio messaggio alle meravigliose lettrici e lettori del blog di Curvy Pride è questo: ricordatevi sempre che siete in grado di fare ogni cosa e che non avete bisogno di dipendere da nessuno. Dentro di voi c’è la forza necessaria per trovare il proprio spazio nel mondo, non siate l’ombra di nessuno, nemmeno di voi stesse!

Come le lettrici e i lettori del Curvy Pride Blog possono trovarti sui social?

Mi trovate come Debora Goy su Facebook e come debora.goy su Instagram.

Foto di Valeria Forno

Laura De Vincentis è parapsicologa e modella curvy.
A 52 anni conosce un famoso fotografo italiano e inizia la sua carriera come modella curvy, acquisendo una nuova consapevolezza di sé, imparando ad amare e accettare il proprio corpo incondizionatamente. È attiva contro il body shaming e la discriminazione basata sull’aspetto fisico.
Fin da piccola ha una passione per la danza classica che inizia a studiare a 50 anni; è inoltre autrice di un goloso blog di cucina.
“È per me un onore fare parte della grande famiglia di Curvy Pride, perché mi permette di condividere il mio percorso di vita e stimolare le persone, attraverso la mia esperienza, a credere in se stesse, ad amarsi e soprattutto a tirare fuori i sogni dal cassetto per realizzarli con la forza dell’intenzione. Perché volere è potere!”
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