Il caso di Annapia Acunzo, giovane donna che sarebbe stata licenziata dal suo capo perché considerata non abbastanza magra, ha fatto scalpore. Negli ultimi giorni è stata protagonista di un servizio del programma televisivo LE IENE che ha suscitato grande interesse e indignazione nel mondo dei social. Annapia si è ritrovata, suo malgrado, nell’occhio di un ciclone mediatico che non le appartiene: non cerca fama, non vuole vendetta, quello che desidera è poter condurre una vita “normale”, lavorare, godersi la sua casa e vivere in pace con la sua compagna Federica. Dopo averla sentita parlare nella diretta Instagram in cui ha raccontato la sua storia alla nostra Presidentessa Marianna Lo Preiato, le ho chiesto di poter fare due chiacchiere per un articolo da pubblicare qui, sul nostro blog. Le domande che le ho posto non riguardano i fatti, quelli li troviamo già online (alla fine dell’articolo troverete il link al servizio delle IENE), ciò che mi interessa è comprendere il suo stato d’animo: oggi è disoccupata e a causa degli eventi ha avuto problemi di alcolismo e depressione.
Annapia, grazie per aver aver accettato di parlare col cuore di questi argomenti molto personali. Nel tuo servizio per LE IENE tu ad un certo punto dici “Io ero una persona molto forte, eppure ho subito un cambiamento e questa situazione mi ha distrutta”. Come è stato possibile?
Grazie a voi Fabiana, è un piacere potervi raccontare anche questa parte della storia. Sì, esatto, questo è stato proprio il mio shock principale: questo impatto che loro sono stati capaci di avere sulla mia mentalità mi ha sconvolta e minato la mia autostima. In passato ho avuto problemi di salute che mi avevano portata a prendere tantissimo peso, peso che col tempo avevo poi smaltito, ritrovando il mio equilibrio. Forse non ero perfetta per i “canoni classici” ma io stavo bene, fisicamente e mentalmente: ero in pace con la bilancia, con lo specchio e con me stessa!
La tua salda autostima si è così frantumata nel giro di pochissime settimane?
Esatto! Subito non mi sono resa conto di quanto mi stava succedendo, subivo senza ribellarmi. Era come se avessi innescato un meccanismo di rifiuto. Poi, quando mi sono resa conto che mi stavano licenziando mi sono sentita crollare il mondo addosso. Ho cominciato ad aprire gli occhi su una realtà che io non concepisco: la forma fisica è davvero più importante delle competenze lavorative, dell’educazione, della buona volontà, della capacità di rapportarsi con gli altri? Io ho sgobbato sui libri per anni, ho investito il mio tempo, il mio impegno, i miei soldi negli studi e tutto questo posso anche buttarlo al vento perché in realtà conta solo l’aspetto fisico? Avrei fatto molto meglio e avrei fatto anche molta meno fatica, a quel punto, a usare gli stessi soldi per andare dal chirurgo per rifarmi il mio bel nasone, mi sarei aggiustata l’attaccatura dei capelli, avrei fatto tanti di quei cambiamenti per rientrare nei canoni della donna perfetta e avrei lavorato! Quindi, io che NON LO VOGLIO FARE (e non giudico chi lo fa, sono scelte personali) che faccio, mi ritrovo senza lavoro? È qui che mi è caduto il mondo addosso!
Questo stato d’animo è stato devastante per te!
Sì, perché oltre a non avere più il mio lavoro con relativo stipendio, ho dovuto combattere anche contro la depressione e la dipendenza da alcool che nel frattempo si erano impossessate di me. Ritrovarmi non è stato per niente facile.
Tu non hai detto nulla neanche a Federica, la tua compagna di vita.
È vero, perché ho avuto paura che se le avessi raccontato che mi licenziavano per la mia forma fisica lei avrebbe potuto convincersene e vedermi nello stesso modo: soltanto una “ciaciotta”. Avevo paura che se ne andasse. In più ho cominciato a credere che quello che pensava il mio ex capo a proposito della forma fisica lo potessero pensare anche tutti gli altri imprenditori o chi mi poteva offrire un impiego, quindi sarei rimasta sola e senza lavoro. Ovviamente il processo mentale era errato ma io ormai ero persa in quel baratro.
E poi, quando hai trovato il coraggio di raccontare tutto a Federica, com’è andata?
Lei è stata fantastica. Mi è stata vicina, mi ha aiutata a ridurre anche gli psicofarmaci. Per fortuna lei è meravigliosa in tutto, soprattutto nel modo in cui mi sostiene! Come coppia abbiamo superato brillantemente la prova, queste sono situazione che ti spaccano o ti uniscono e noi stiamo ancora più unite.
Annapia, come stai oggi col tuo corpo?
Io ho avuto problemi di salute in passato, ero diventata molto pesante e poi ho perso 75 chili in pochi mesi, mettendo a dura prova le pareti del mio cuore. Non voglio dimagrire ancora e rischiare di esagerare, io sto bene così!
C’è qualcosa che hai imparato da questa brutta storia?
Sicuramente sono grata anche per tutti i commenti negativi che ho ricevuto sui social perché mi hanno permesso di capire quanto sia grande ancora oggi questo fenomeno della discriminazione! Purtroppo c’è, esiste e viene a galla ogni volta che leggo commenti o offese.
Una cosa che vorrei ribadire è che ho letto sui social i commenti di chi pensa che se io lavoravo per un centro benessere dovevo essere bella e in forma, ma io in realtà facevo un lavoro più amministrativo dietro le quinte. È come dire che se lavori negli uffici di Victoria’s Secrets devi essere per forza magra perché fanno le sfilate, ma io non sono una modella! Sono ruoli molto diversi, io non sono e non so fare la modella e la modella non è e non sa fare l’amministrazione, ad ognuno il suo!
Tuo malgrado sei diventata una paladina della body diversity revolution!
(Ride) E pensa che io volevo solo lavorare, mantenermi, godermi la mia casa, la mia storia d’amore e potermi pagare le rate del mutuo. Anch’io, come molti altri, negli anni dell’università sono stata un’attivista per i diritti degli omosessuali, abbiamo organizzato marce a favore delle unioni civili, ma io oggi voglio solo vivere tranquilla. L’unica cosa che desidero è poter lavorare, non ho mai chiesto altro. Progetti per il futuro ne ho tanti, spero si realizzino.
Annapia, c’è un messaggio sociale che vuoi lanciare dalle pagine del nostro blog? Curvy Pride promuove l’inclusione dell’essere, dice no al bullismo e agli stereotipi, direi che è proprio il posto giusto dal quale lanciare il tuo appello!
Vi sono grata di questa possibilità e ti dico questo: bisogna prendere da tutto quello che succede nella vita e io prendo questo: bisogna far capire ai lavoratori che è giusto ribellarsi alle situazioni di mobbing o di disagio e agli imprenditori che devono avere rispetto dei loro dipendenti.
Credo che nella vita nulla vada sprecato, voglio usare quello che mi è successo per aiutare qualcun altro, come avete fatto voi di Curvy Pride con il vostro libro, per esempio. Grazie di avermi dato modo di raccontare la mia storia
Tutta la storia qui https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/leiene/ruggeri-se-non-dimagrisci-ti-licenzio-mi-hanno-distrutta_F310839701006C05)
Questa intervista è stata realizzata dalla socia e staff Fabiana Sacco che dedica parte del suo tempo alla crescita del Curvy Pride Blog.
Un grazie a tutte le socie e i soci che che credono nell’Associazione Curvy Pride – APS impegnandosi nel volontariato.

“Curvy Pride rispecchia alla perfezione i miei valori ed esserne membro è per me un onore, tutte insieme cambieremo il mondo!”
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