Etichettato: scuola

SEMPRE PER SEMPRE PIU’ BELLA
DAI 18 ANNI IN POI … Milla Luna
In un caldo pomeriggio di primavera, entrai in farmacia e mi pesai: 86.9 kg per 1.78 cm di altezza, praticamente un colosso col mento lungo. Tornai a casa di corsa, guardandomi intorno e pensando che tutto il quartiere stesse osservando me, la ragazza grassa e brutta che scappa.
Mi chiusi in camera e piansi tutto il pomeriggio, e promisi con tutta me stessa che quella situazione doveva finire in un modo o nell’altro. Parlai con mia madre, una donna estremamente affettuosa ma molto pratica, che guardava male le debolezze pensando che con la volontà si potesse sconfiggere tutto. Le dissi che volevo dimagrire, che dovevo dimagrire perché stavo male e non volevo più essere infelice. Andammo da un dietologo e in due anni persi 20 kg, ma il mio mento lungo per quel maledetto difetto genetico era sempre lì, a darmi quel viso mascolino e poco femminile. Se sapeste quante volte ho pianto perché tanti cattivi mi davano del travestito…
Da 20 kg in meno, passai a 25 kg in meno sfinendomi di palestra. Poi iniziarono le emicranie e calai altri chili, perché non riuscivo a mangiare, alla fine chi mi conosceva disse che sembravo malata, ma io mi vedevo bella e la sensazione di pancia vuota mi faceva stare bene e mi gratificava.
Mi sentivo brava e forte perché non cedevo alle tentazioni e i corteggiatori erano tanti e mi lodavano per la mia magrezza, per lo stacco di coscia, per la vita sottile, certo peccato il visetto con quel mento così forte, ma per il resto…
Milla Luna
Milla Luna condividerà con noi le sue emozioni, i suoi ricordi, parte della sua vita. Un gesto generoso, il regalare se stessi agli altri per aiutare ed essere aiutati.
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CHI NASCE TONDO, NON PUO’ DIVENTAR QUADRATO
13-18 ANNI… Milla Luna
Alle Superiori non andò meglio, parole come brutta, grassa e cicciona mi accompagnarono per un bel pezzo.
Ricordo che una professoressa mi disse con fare acido una volta che mi ero assentata per un fine settimana spirituale… “Non credo che il ritiro ti abbia fatto bene, visto che non ti sei ritirata neanche un pò!”
Purtroppo su chi è debole, se i ragazzi scaricano le loro paure, (essere grassi, brutti, sfigati) gli adulti scaricano le loro frustrazioni.
Alla fine mi feci deliberatamente bocciare per non avere più in classe i miei aguzzini, la classe che venne l’anno dopo non mi accettò, ma neanche mi prese di mira.
Semplicemente venni ignorata durante l’anno scolastico e questo fu la cosa più vicina alla tranquillità che mi fu concessa, non era la felicità ma quanto meno la tregua.
Milla Luna
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NON TUTTE LE BIMBE SONO BELLE
5-13 ANNI… Milla Luna
La più grande disgrazia di una bimba in carne è andare a scuola dalle suore.
Per carità non generalizziamo, ci sono suorine adorabili ma quelle che mi hanno accompagnato durante le elementari e le medie non appartengono a questa categoria. Durante le recite il mio ruolo fisso era il coro, potevano far fare l’angioletto a una bambina grassa? Assolutamente no! E Maria nel presepe vivente? Macchè! Maria era bionda e con gli occhi azzurri lo sanno tutti! E stai attenta a correre, che se cadi con quanto sei cicciona ti massacri, non scavalcare la ringhiera che non sei agile! E nelle foto scolastiche, impeccabilmente in divisa, sempre dietro a tutti perchè sei alta e ingombrante.
Non so se fu per il continuo essere messa al centro dell’attenzione per la mia statura o le mie misure extra-ordinarie (a 10 anni ero 1 e 67 per non so quanti kg e 39 di piede), per il mio mento pronunciato a causa di un progenismo congenito, fatto sta che dalla terza elementare i miei compagni di classe mi presero in odio tale da rendere impossibile la mia vita scolastica, nonostante fossi intelligente, non rendevo e avevo paura di andare a scuola visto che non sapevo mai quali cattiverie e umiliazioni mi attendevano.
Sognavo a occhi aperti di svegliarmi un giorno magra, bionda e con gli occhi azzurri con tutti i miei compagni di scuola che finalmente mi volevano bene. Cercavo di assentarmi da scuola il più possibile, adducendo mal di testa o mal di pancia, mia madre credeva che fossero scuse per non fare il mio dovere e spesso c’erano litigi e pianti. Quando presi la licenza di terza media, ricordo che feci di volata tutti i piani dell’istituto che mi aveva tanto fatto soffrire, chiusi di schianto la porta alle mie spalle senza salutare nessuno, e non tornai più, mai più.
Milla Luna
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